Il progetto Agrihealth, promosso nell’ambito del programma Interreg VI-A Italia-Svizzera 2021/2027, è ufficialmente entrato nella sua fase operativa. Dopo l’apertura tenutasi lo scorso 24 marzo nella suggestiva cornice della Sala archi candidi del Forte di Bard, i ricercatori dell’Institut Agricole Régional si sono immediatamente dedicati all’attività sperimentale nei laboratori del centro di ricerca di Aosta, in parallelo ai colleghi dell’Università del Piemonte Orientale.
Nelle settimane successive al lancio, i gruppi di lavoro hanno avviato un’attenta selezione delle biomasse da destinare all’estrazione di molecole bioattive. Le materie prime individuate provengono da scarti agricoli e ortofrutticoli locali, in un’ottica di economia circolare: potature e diradamenti di melo e vite, potature di lampone, vinacce e torchiati, foglie e “troillet” del noce, eccedenze orticole. È prevista, inoltre, l’integrazione progressiva di nuovi sottoprodotti di origine naturale, come piante infestanti, oli essenziali e acque madri residue da processi industriali.
Parallelamente alla selezione delle matrici, si sta procedendo allo sviluppo e al perfezionamento di tecniche di estrazione innovative e a basso impatto ambientale. Le metodologie impiegate comprendono l’estrazione con solvente accelerata (ASE), che utilizza alte pressioni e controllo termico per una separazione efficiente di composti bioattivi; l’estrazione assistita da ultrasuoni (UAE), che favorisce la disgregazione cellulare; e l’impiego del Naviglio estrattore, sistema dinamico che consente rapide estrazioni solido-liquido sotto pressione.
Completata l’estrazione, l’attenzione dei ricercatori si è focalizzata sulla quantificazione dei polifenoli contenuti nei diversi estratti. I polifenoli, molecole organiche naturalmente presenti in molte specie vegetali, sono noti per le loro importanti proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e potenzialmente utili in ambito nutraceutico. Per la misurazione della concentrazione fenolica totale si è adottata la metodica colorimetrica basata sul reattivo Folin-Ciocâlteu, sviluppata nei primi decenni del Novecento dai biochimici Otto Folin e Vintilă Ciocâlteu e divenuta nel tempo uno standard internazionale per la determinazione dei composti fenolici. Il protocollo prevede l’aggiunta del reattivo agli estratti, seguita da un’incubazione controllata a 70°C per 20 minuti, la diluizione con acqua, la filtrazione e infine la lettura spettrofotometrica dell’assorbanza. Il valore ottenuto viene poi confrontato con una curva standard, costruita utilizzando l’acido gallico come composto di riferimento, per esprimere il contenuto di polifenoli in grammi per litro.
Agrihealth, che vede come capofila svizzero l’azienda Linnea SA e tra i partner la società Sferalp SA e l’Università del Piemonte Orientale, si fonda su una logica di cooperazione transfrontaliera volta a generare sinergie tra ricerca scientifica e innovazione industriale. Le medesime attività condotte in Valle d’Aosta sono infatti replicate presso i laboratori piemontesi, con l’obiettivo di ottenere dati comparabili e stimolare il confronto metodologico tra i due territori.
La prossima fase del progetto prevede una prima sessione di confronto tra i partner, che potranno condividere i risultati ottenuti, armonizzare le tecniche adottate e orientare le fasi successive della ricerca. In uno scenario agricolo e ambientale che richiede soluzioni sostenibili e ad alto valore aggiunto, Agrihealth rappresenta un modello virtuoso di innovazione applicata alla valorizzazione degli scarti, con potenziali ricadute significative per l’economia rurale alpina e per il comparto nutraceutico a livello europeo.