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Chez Nous | 01 novembre 2024, 08:00

Vierin da Pollein

Il ritorno del già assessore regionale ai lavori pubblici, Presidente del Consiglio, sindaco di Pollein, di anni 66 maturati a marzo, che un tempo combatté i sangliers come un moderno Don Chisciotte, si rivela essere un’arma a doppio taglio

Vierin da Pollein

Nella saga politica valdostana, le trame si intrecciano come un vecchio romanzo di avventure, con colpi di scena che farebbero invidia ai più abili sceneggiatori di Hollywood. Marco Vierin, tornato a indossare la sua toga da deus ex machina delle scelte politiche di Stella Alpina, sembra voler scrivere il sequel di una favola già conosciuta, ma con un twist che nessuno aveva previsto: l’abbandono di Carlo Marzi, l’unico esemplare di consigliere regionale rimasto nel movimento.

Nel palazzo di Piazza Deffeyes che ricorda più un set di film di fantascienza che una sede politica, il protagonista del racconto è Marzi, l’assessore alla sanità, che, con una certa dose di realismo magico, si è trovato a vivere un episodio che si può descrivere solo come un’operazione cimiteriale per il suo partito. Tra accordi siglati a ritmo di tamburi e comunicati che rimbalzano come palloni gonfiati, Marzi si è ritrovato di fronte a un bivio: rimanere con chi lo ha abbandonato o cercare una nuova vita tra le braccia dell’Union Valdotaine, un po' come un piccione che, colto dal mal di pancia, decide di volare via per cercare rifugio altrove.

E mentre i muri del palazzo raccontano storie di incontri e trattative, l’assessore è costretto a fronteggiare l'inevitabile: il progetto di alleanza tra Stella Alpina, Pour l’Autonomie, Rassemblement Valdôtain, La Renaissance Valdôtaine e l’associazione culturale Evolvendo hanno sottoscritto il documento che dà avvio a un progetto politico autonomista, di centro, liberaldemocratico e riformista è un piatto servito freddo che ha un sapore di tradimento. Un progetto che, per dirla alla Ratatouille, si propone di mescolare ingredienti disparati, ma che rischia di essere più simile a un brodo insipido che a un gourmet dish. Qui il film d’animazione si ferma e il palcoscenico si trasforma in un'arena, dove ogni attore è pronto a combattere per la propria visibilità.

Marzi, visibilmente a disagio e con il fegato in subbuglio, è stato visto in compagnia di esponenti dell'Union Valdotaine, a discutere tra un calice e l’altro nella nuova La Cave De Tillier, diventata il nuovo salotto buono degli autonomisti. Ma cosa si siano detti in quelle quattro chiacchiere rimane un mistero fitto, come le nuvole che coprono le cime delle montagne in una mattina di nebbia. La verità è che le elezioni regionali sono dietro l’angolo e, in questo clima di incertezze, i piani si fanno più fragili di una meringa.

Il ritorno di Vierin, che un tempo combatté i sangliers come un moderno Don Chisciotte, si rivela essere un’arma a doppio taglio. Le scelte politiche stellute risuonano nei corridoi come un coro di sirene, attirando alcuni e allontanando altri, e mentre la saga continua, l’unica certezza è che il palcoscenico valdostano è pronto per un nuovo atto, in cui le stelle, siano esse alpine o no, potrebbero brillare per poco.

In questo gioco del potere, non dimentichiamo mai che i veri protagonisti sono coloro che, come sempre, tirano le fila da dietro le quinte. La politica, dopotutto, è solo un grande palcoscenico e noi, poveri spettatori, siamo costretti a seguirne le vicende, tra un sorriso e una smorfia.

piero.minuzzo@gmail.com

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