Tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944, le truppe nazifasciste, al comando del maggiore Walter Reder, massacrarono 770 civili, tra cui donne, anziani e bambini, nei comuni di Marzabotto, Grizzana Morandi e Monzuno, sull’Appennino emiliano. Questo atto di brutale rappresaglia rimane uno dei crimini più gravi commessi durante l'occupazione tedesca in Italia.
Durante la cerimonia, il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, ha sottolineato l’importanza della memoria storica per mantenere vivo il ricordo delle vittime e per promuovere la pace e la giustizia. Il presidente ha ribadito come l'eccidio di Marzabotto sia un monito per le generazioni future, affinché non si ripetano simili atrocità. Accanto a lui, rappresentanti delle istituzioni locali, familiari delle vittime e numerosi cittadini hanno partecipato in un clima di riflessione e rispetto.
Particolarmente significativo è stato l'intervento del presidente della Repubblica federale di Germania, Frank-Walter Steinmeier, che ha partecipato alla cerimonia come gesto di riconciliazione. Durante il suo discorso, Steinmeier ha espresso profonde scuse a nome del popolo tedesco per l'orrore causato dalle truppe naziste. "Sono qui per chiedere perdono per le atrocità commesse dai miei connazionali – ha dichiarato –. Quello che è successo qui a Marzabotto è inaccettabile e resterà una ferita nella nostra coscienza. La Germania porta la responsabilità per quei crimini e non dimenticheremo mai il dolore inflitto a questo luogo e ai suoi abitanti".
Le parole del presidente tedesco sono state accolte con un caloroso applauso e rappresentano un ulteriore passo verso la riconciliazione tra i due popoli, uniti oggi da un comune impegno per la pace e i valori democratici. Steinmeier ha poi deposto una corona di fiori presso il Sacrario di Marzabotto, luogo simbolo della strage, dove sono incisi i nomi delle vittime.
L’anniversario dell’eccidio di Marzabotto si è concluso con un invito alla riflessione e alla responsabilità collettiva, affinché eventi come quelli del 1944 non si ripetano mai più. I discorsi delle autorità hanno ribadito l'importanza di preservare la memoria storica e di educare le nuove generazioni sui valori della democrazia, della pace e del rispetto reciproco.