Carlo Perrin, figura storica della politica valdostana e autentico testimone della vita alpina, ha partecipato ieri ad Aosta ad una serata di presentazione del suo libro “Là-haut sur la montagne” che ha visto la partecipazione di appassionati della montagna, amministratori e cittadini attenti al futuro del nostro territorio.
Perrin, che non è solo un politico ma un uomo che ha vissuto la montagna fin dall’infanzia, ha raccontato con semplicità e passione il profondo legame tra l’uomo e la natura che caratterizza la nostra Valle d’Aosta. Nel suo libro si legge la storia di una civiltà alpina che si è costruita nel tempo grazie a un equilibrio sottile tra comunità, ambiente e tradizioni.
Tra i temi centrali affrontati, Perrin mette in luce l’importanza degli alpeggi, quei “presidi” preziosi che non sono solo spazi di pascolo ma veri e propri custodi della biodiversità e del paesaggio valdostano. La loro conservazione è fondamentale non solo per mantenere l’identità culturale della nostra regione, ma anche come volano per un turismo attento e sostenibile, che valorizzi la qualità del territorio senza saccheggiarlo.
Altro punto fondamentale è la gestione dell’acqua, risorsa essenziale che Perrin definisce patrimonio comune e bene da tutelare con responsabilità e equità, pensando soprattutto alle generazioni future. Un richiamo che oggi suona come un monito: l’acqua non può essere gestita come un semplice elemento di consumo individuale ma deve essere salvaguardata come bene collettivo.
Nel suo racconto, Perrin affronta anche la questione del turismo, sottolineando come esso possa rappresentare una risorsa se gestito con equilibrio, ma diventare un rischio se lasciato al libero mercato o all’avidità. La pressione turistica, se non regolamentata, può compromettere quell’anima autentica che rende unica la montagna valdostana, trasformandola in un prodotto consumabile e privo di significato.
La serata ha rappresentato anche un’occasione per ribadire un messaggio chiave di Perrin: «Bisogna ripartire da una cultura del rispetto e dell’equilibrio». Un invito a guardare alla civiltà alpina non come a un passato remoto, ma come a un modello di gestione sostenibile, solidale e lungimirante, che può ispirare scelte politiche e sociali concrete anche oltre la Valle d’Aosta.
L’esperienza diretta di Perrin, che ha percorso la montagna sin da bambino e che ha dedicato la sua vita pubblica a difendere e valorizzare la nostra realtà, rende il suo messaggio ancora più credibile e toccante. Non è un appello teorico, ma una chiamata concreta a tutti noi: amministratori, cittadini, operatori turistici e giovani, perché prendano coscienza che la montagna non è un semplice territorio da sfruttare, ma un patrimonio da proteggere con impegno e responsabilità.
La Valle d’Aosta è davvero la perla delle Alpi, un mosaico di paesaggi, tradizioni e risorse naturali che va conservato intatto per le future generazioni. Solo attraverso un’azione condivisa, che metta al centro l’equilibrio tra uomo e natura, potremo continuare a godere di questo patrimonio unico, senza tradire la nostra storia e la nostra identità.
In conclusione, “Là-haut sur la montagne” non è soltanto un libro sulla vita di montagna. È una riflessione profonda e un invito a ripensare il nostro rapporto con il territorio e con la natura. Un richiamo a tornare a valori semplici ma fondamentali: rispetto, solidarietà ed equilibrio. Solo così potremo costruire un futuro sostenibile e autentico per la Valle d’Aosta, mantenendo viva la civiltà alpina che Carlo Perrin ci ha ricordato con tanta passione e saggezza.