L'intervista a Raffaele Statti, Segretario regionale della UilTuCS, offre una panoramica dettagliata sulle sfide che affrontano i settori del turismo e del commercio in Valle d'Aosta.
Statti evidenzia la scarsa sindacalizzazione, la crisi del commercio locale a causa dell’espansione dei supermercati e la precarietà del lavoro stagionale nel turismo. Sottolinea l'importanza di contratti più solidi, salari dignitosi e investimenti nella formazione continua per i lavoratori, in un contesto dove la digitalizzazione sta cambiando rapidamente il mercato. Infine, esprime la necessità di una collaborazione tra istituzioni e imprese per garantire stabilità e prospettive concrete a questi settori strategici per la regione.
Segretario, vorremmo iniziare con una panoramica sul comparto del turismo e del commercio in Valle d'Aosta. Qual è la situazione attuale dal punto di vista sindacale?
"La situazione è complessa e, purtroppo, non posso fornire dati ufficiali. Tuttavia, parlando a livello empirico delle aziende in cui siamo presenti, parliamo di circa 10.000 addetti. Questo numero potrebbe quasi raddoppiare se non fosse che molte piccole imprese familiari non hanno una contrattazione aziendale. La scarsa sindacalizzazione, soprattutto nelle piccole realtà e nel turismo stagionale, rappresenta un problema significativo.
Statti con la vice segretario Laura Martini
Quali sono le principali sfide che affrontano i lavoratori del settore turistico in Valle d'Aosta?
"Il turismo in Valle d'Aosta, a parte alcune eccezioni come il Casino Spa, che è un ente parzialmente pubblico, si basa principalmente su aziende con personale limitato, come gli alberghi, i ristoranti, e i campeggi. Le grandi realtà come Valtur o Planibel, che operano principalmente con personale stagionale proveniente da fuori regione, soffrono di una scarsa sindacalizzazione. Ciò comporta che, al di là dei rinnovi contrattuali nazionali, non abbiamo una vera continuità di rapporto con queste aziende".
A livello di commercio, abbiamo visto un'espansione dei supermercati. Qual è il suo impatto sulle realtà locali?
"La crescita incontrollata di nuovi supermercati sta mettendo in crisi i piccoli negozi esistenti. La dinamica è ulteriormente aggravata da una forma di campanilismo, con i sindaci dei vari comuni che incentivano l’apertura di nuovi punti vendita in cambio di assunzioni di personale locale. Questo avviene senza una visione regionale complessiva per lo sviluppo industriale e commerciale. Il risultato è la progressiva “morte della città” con la chiusura di molte attività tradizionali, che non riescono a competere con la grande distribuzione".
Come risponde il sindacato a queste dinamiche, soprattutto in un settore come il commercio che è così importante per l'economia locale?
"Abbiamo iniziato una serie di discussioni sui contratti di secondo livello con le associazioni del turismo e del commercio. È un processo lungo, e purtroppo le trattative procedono a rilento. Ma c’è stato un importante passo avanti: la Regione ha creato un tavolo istituzionale, coinvolgendo tutte le parti sociali, con l’obiettivo di offrire una prospettiva concreta a questi due settori. Con la riduzione delle industrie siderurgiche e manifatturiere, il turismo e il commercio sono diventati settori strategici per la Valle d’Aosta. Speriamo che con l’arrivo dell’autunno si possa accelerare il ritmo delle trattative".
Statti con Ramira Bizzotto segretaria UilVdA
Come pensa che si possa migliorare la stabilità del lavoro in questi settori, soprattutto per quanto riguarda la stagionalità nel turismo?
"La stagionalità è uno dei problemi più grandi nel turismo. Gli impieghi sono legati a periodi limitati, il che rende difficile garantire stabilità per i lavoratori. Una soluzione potrebbe essere potenziare il turismo al di fuori delle stagioni classiche. In Valle d’Aosta abbiamo un territorio straordinario, che può essere valorizzato durante tutto l’anno, non solo in inverno o in estate. Puntare su un turismo diffuso e costante potrebbe permettere di offrire maggiore continuità lavorativa e ridurre il fenomeno del lavoro stagionale".
Lei ha menzionato la scarsa sindacalizzazione, soprattutto nel turismo stagionale. Come intendete affrontare questa sfida?
"La scarsa sindacalizzazione è un grosso ostacolo, soprattutto perché molte aziende stagionali impiegano lavoratori provenienti da fuori regione, che non sono sempre interessati a stabilire un rapporto con i sindacati. La nostra priorità è cercare di essere più presenti e offrire supporto anche a chi non ha un impiego stabile. Collaboriamo con la Regione e con le altre forze sociali per migliorare la formazione e la consapevolezza dei diritti dei lavoratori. Questo è fondamentale: non possiamo migliorare la situazione se i lavoratori stessi non sono informati e coinvolti".
In merito alla formazione, crede che possa essere uno strumento chiave per il futuro del settore?
"Assolutamente sì. Il turismo e il commercio sono settori dinamici, in continuo cambiamento. Per questo motivo, la formazione continua è essenziale. Dobbiamo investire in percorsi formativi che permettano ai lavoratori di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, specialmente in termini di innovazione e digitalizzazione. Questo non solo aumenterebbe la competitività dei lavoratori, ma garantirebbe anche una maggiore sicurezza occupazionale, rendendo le aziende più disposte a stabilizzare i rapporti di lavoro".
A proposito di digitalizzazione, quanto è importante per il futuro del settore?
"La digitalizzazione è cruciale. Soprattutto in un settore come il turismo, dove le abitudini dei clienti cambiano rapidamente e dove la prenotazione online e l'uso di piattaforme digitali stanno diventando lo standard. Le aziende che non riescono a stare al passo con questi cambiamenti rischiano di perdere competitività. D’altra parte, i lavoratori devono essere preparati a gestire queste nuove tecnologie, ed è qui che la formazione entra in gioco".
Parlando di salari e condizioni contrattuali, cosa manca ancora per garantire ai lavoratori una maggiore sicurezza e dignità?
"Il problema principale è che i salari non tengono il passo con l’aumento del costo della vita. È una situazione insostenibile, soprattutto in una regione come la Valle d’Aosta, dove il turismo e il commercio sono vitali per l’economia. È necessario un impegno concreto da parte delle imprese per migliorare le condizioni salariali, ma anche la politica deve fare la sua parte, fornendo incentivi e sostegni per stabilizzare i lavoratori e garantire salari dignitosi. Senza queste misure, rischiamo di vedere una crescita delle disuguaglianze e una maggiore precarizzazione".
Concludendo, quali sono le vostre priorità per i prossimi mesi?
"La nostra priorità è accelerare le trattative per i contratti di secondo livello e continuare a lavorare per migliorare la qualità del lavoro nei settori del turismo e del commercio. Vogliamo garantire ai lavoratori della Valle d'Aosta un futuro più stabile, con salari dignitosi e una formazione adeguata per affrontare le sfide del mercato. Siamo determinati a lavorare insieme alle istituzioni e alle imprese per raggiungere questi obiettivi".
Grazie per questa analisi esaustiva, Segretario Statti. Le auguriamo buon lavoro e speriamo che le sfide che ha descritto possano essere affrontate con successo nei prossimi mesi.
"Grazie a voi per l’opportunità. Siamo fiduciosi che, con l’impegno di tutti, si possano ottenere dei risultati concreti".