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CRONACA | 10 luglio 2024, 15:10

Gli Alpinisti InSuperAbili tentano la prima salita alla cima del Breithorn

Domani, giovedì 11 luglio 2024, è prevista la prima salita al Breithorn nell’ambito del progetto “Alpinisti InSuperAbili…adrenalina inclusiva”

Gli Alpinisti InSuperAbili tentano la prima salita alla cima del Breithorn

La salita, originariamente programmata per il 25 giugno scorso, è stata rinviata a causa dell’instabilità meteo. Daniele Boero, l'organizzatore, ha confermato che lunedì scorso, 8 luglio, è stato effettuato un sopralluogo sul tracciato che conduce alla cima del Breithorn per assicurarsi che le condizioni fossero ottimali per la salita. Boero ha dichiarato che la traccia è buona, cosa che non sarebbe stata il 25 giugno, e che la salita sarà un segnale di ripresa per la popolazione di Cervinia colpita dagli eventi alluvionali, in linea con l’iniziativa "Cervinia riparte".

La salita di domani vedrà Raffaele come trasportato e sarà presente anche Moreno Pesce, noto come “l’uomo delle vertical”, un atleta paralimpico e leggenda delle montagne. Pesce, nonostante l’amputazione di una gamba subita nel 1997 in seguito a un incidente in moto, è un alpinista a tutti gli effetti grazie all’uso di una protesi in fibra di carbonio e titanio. Egli si è cimentato nel trail e nelle Vertical Race, gare in salita con grandi dislivelli. Pesce ha dichiarato che perdere una gamba non è grave se non ti blocca la voglia di vivere e che lo sport aiuta le persone, disabili o no, a vedere sempre il lato positivo delle cose.

Moreno Pesce si è detto orgoglioso di partecipare al progetto “Alpinisti InSuperAbili” perché coinvolge persone con disabilità motorie. Ha sottolineato l’importanza di condividere esperienze per incoraggiare altre persone a partecipare a queste iniziative in futuro. Pesce ha evidenziato come le avventure e le gesta documentate attraverso immagini, foto e social possano smuovere le persone e invitarle a mettersi in gioco.

Il progetto “Alpinisti InSuperAbili…adrenalina inclusiva” prevede l’accompagnamento di tre persone con disabilità motoria alla vetta del Breithorn, a 4165 metri, utilizzando un Monosci o, a seconda delle condizioni, un Dual Ski progettato per la movimentazione su terreno innevato. Saranno formate squadre di persone addette al traino e alla sicurezza, affiancate da guide alpine per garantire la sicurezza sul ghiacciaio. La partenza avverrà da Breuil Cervinia con l’apertura delle funivie e si raggiungerà il Piccolo Cervino, da dove inizierà la salita vera e propria.

La progressione sul ghiacciaio avverrà in cordata tramite il traino del Monosci o Dual Ski effettuato da cinque persone, con quattro al traino e uno al manubrio, vincolate tra loro in sicurezza e alternandosi per raggiungere la vetta del Breithorn. Al ritorno, a Cervinia si terrà un momento conviviale con personale in costume storico, in collaborazione con gli Alpini della sezione di Valtournenche.

L’obiettivo del progetto è regalare a queste persone “speciali” la possibilità di raggiungere la vetta di un 4000 e godere delle emozioni che solo queste montagne sanno dare. Un altro obiettivo è sensibilizzare più persone possibili sul fatto che anche un sogno difficile può essere realizzato se tutti guardano nella stessa direzione. Il terzo obiettivo riguarda l’inclusione, dai bambini delle elementari ai CEO di grandi aziende.

Per la salita di domani, gli Alpinisti InSuperAbili avranno a disposizione il Dual Ski e il Monosci. Il Dual Ski, costruito per permettere l’esperienza sciistica alle persone con disabilità, è costituito da un involucro in resina o carbonio che accoglie la seduta della persona ed è montato su due sci paralleli con un manubrio per la guida. La squadra dedicata alla conduzione del Dual Ski avrà un conduttore specializzato al manubrio, due persone al traino ai lati e due davanti. Il Monosci, più leggero del Dual Ski, consente alla persona disabile di collaborare alla sciata con due piccoli sci/bastoncini vincolati alle mani e agli avambracci. La squadra per il Monosci avrà un conduttore specializzato al manubrio, due persone al traino ai lati e due davanti.

 

MORENO PESCE

Atleta io?!? Ci rido su… son in mezzo ad atleti che vanno 3 o 4 volte più veloci di me. Ma guardarsi attorno in mezzo al paradiso, merita tutta questa fatica.

 

Mi chiamo Moreno Pesce, sono nato a Noale (VE), Italia, il 13 dicembre 1975. Adoro la montagna…fin da bambino, io davanti con lo zaino in spalla e dietro i miei genitori…ben staccati!!!

 

Un giorno, la mia vita si è fermata. Forse andavo troppo di fretta. Ho imparato a guardare…pensare…e aspettare…dopotutto, perdere una gamba, non è poi così grave, se questo non ti blocca la voglia di vivere. Un incidente motociclistico mi ha sbattuto a terra in tutti i sensi e la vita ha cambiato significato.

 

Sono rinato quando ho capito che la sola differenza è che ora sono solo un po’ più lento quando corro o cammino.

 

Il mio scopo è continuare a farlo non solo per me, ma per far emergere quella stessa forza che mi ha fatto re-iniziare a vivere in ogni persona che possa pensare di mollare perché qualcosa nella loro vita è cambiato irreversibilmente. Una forza che ogni giorno mi ritorna più forte di prima e mi accompagna in tutte le cose che faccio.

 

Non si e' disabili perche' non si ha una funzione corporea, ma perche' non si usano tutti gli altri talenti a disposizione per raggiungere il proprio sogno.

 

La mia missione è pormi degli obiettivi e cercare di raggiungerli come traguardi, che sono solo dei traguardi intermedi, trasmettendo l’energia che mi anima ogni volta ad intraprendere qualsiasi avventura.

 

Durante una settimana di vacanza in Val di Fassa, assieme alla mia attuale compagna e a un caro amico, abbiamo provato a riprendere la via maestra dei monti, aiutandomi con le mie inseparabili stampelle. E’ stato un successo, che si è trasformato negli anni in sfida Vertical! Ed ogni volta sorrido perché ci sono anch’io li, con gli atleti e in totale sicurezza, controllati dai volontari. A volte oso, ma son un po’ “pazzo”…me lo concedete?!

 

Le mie gare son una sfida con me stesso…con nessun’altro. Quando gli organizzatori mi permettono di partecipare è un piacere arrivare al traguardo. Non esiste la competizione per me; al limite una botta sulla spalla all’arrivo o una medaglia fatta con un salame attorcigliato! Ricordo bene la mia prima volta a Kitzbuhel, dove dopo un lungo periodo di preparazione e avvicinamento all’evento, son riuscito ad arrivare in cima alla Streif stremato, ma euforico. Un’occasione che mi ha permesso di conoscere molte persone, con le quali mi sono confrontato esprimendo ogni mio dubbio e paura. Ma che non mi hanno fatto desistere dal cercare la sfida ad affrontare tutto il tour, calpestando in salita alcune delle piste più

 

blasonate del circus della coppa del mondo. Per me è stata una cosa incredibile riuscire a portarlo a termine. Non avrei mai pensato, non sciando per decisione personale, di riuscire a fare le piste da sci in salita con la neve. E’ stato A HELL OF A RUN!

 

Ogni gara ha la sua storia, ogni pista la sua magia; non esiste la più bella, bensì le più belle. La sfida più intrigante è quella che devo ancora cominciare. Non voglio fermarmi a pensare di essere arrivato. Guardo oltre cercando ciò che non ho mai provato. Da normodotato, avevo timore dell’alpinismo. Ne ero affascinato ma non ho mai osato. Un saggio e paziente Lio De Nes, mi ha preso per mano e mi ha portato verso questo nuovo obbiettivo. Non dico sia stato facile “fidarmi” della corda con 70 m. di vuoto sotto, ma comunque, anche questa sfida si è materializzata in un pianto liberatorio al mio arrivo in cima al Monte Paterno, dopo molti test conoscitivi verso questo nuovo mondo. Non ci resta che continuare a far passare quel moschettone dentro alla fune. La fune che da’ sicurezza e che ti aiuta se dall’altra parte trovi una mano tesa verso di te.

 

Spero che in futuro ci siano più disabili a queste gare. Nello spirito della totale sicurezza e nel rispetto delle decisioni degli organizzatori. Sono riuscito a portare a termine Trail e Vertical di carattere nazionale ed internazionale, ma la cosa più significativa è stata quella di raggiungere il traguardo assieme ad altri disabili in diverse occasioni. Ed in una di queste occasioni, è nato il Team3gambe. Anche questa è diventata una nuova sfida. Lo spirito è sempre lo stesso. Un traguardo raggiunto è solo un traguardo intermedio.

 

I limiti sono solo nella mente delle persone e a noi spetta il compito di cercare di abbatterli con le nostre gesta.

 

Fare sport aiuta le persone. Siano essi disabili o no. La mente, il corpo, l’anima, hanno bisogno di queste sensazioni. L’importante è fare il primo passo prendendo la decisione di “provare”. Se piace, è tutto più semplice. Basta crederci, fino in fondo. Non dico sia facile, però ti aiuta molto dentro. E nella vita di tutti i giorni, quella di fortunato papà, compagno ed impiegato d’ufficio, mi aiuta a vedere sempre il lato positivo delle cose, lasciando in disparte le cose tristi che a volte la vita ti presenta.

 

 

Il futuro è solo mio, in base agli obbiettivi che mi pongo e al mio modo di vivere la vita. Ogni giorno, so’ che quando mi alzo, dovrò fare una Vertical affrontando una rampa di scale, una pendenza anomala di un marciapiede o una contrattura muscolare. Ma l’importante è sorridere alla sfida che la vita ti pone. Perché sono fortunato nel riuscire ancora a viverla, raccogliendo un sacco di sorrisi intorno a me.

red

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