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Chez Nous | 27 aprile 2024, 08:00

Tra speranze e delusioni

La politica non parte più dal basso, non nasce più nei territori: è diventata un gioco di potere giocato nelle stanze dei partiti e dei palazzi istituzionali

Tra speranze e delusioni

la politica valdostana si trova a navigare tra le correnti turbolente di speranze infrante e delusioni amare. In queste ultime settimane, mentre l'attenzione si concentra su azioni strategiche e manovre politiche, ci si chiede cosa rimanga di tutto questo fermento una volta che la polvere si sarà posata.

Emerge un quadro desolante, caratterizzato non tanto dal nulla cosmico, ma piuttosto da una presa di coscienza amara: fare politica in Valle d'Aosta è forse più complicato che altrove in Italia.

Le ragioni di questa complicazione sono molteplici e intrecciate: gelosie personali, disaccordi vecchi come le montagne stesse, e l'eterna lotta per il potere, che spesso si manifesta come un gioco di sopravvivenza politica.

Quando qualcuno osa alzare la testa, quando si tenta di immaginare un futuro migliore per la Valle, sembra sempre emergere un'altra forza, pronta a distruggere tutto ciò che è stato costruito. Questi ostacoli non sono solo il prodotto di visioni politiche divergenti, ma spesso sono alimentati da rivalità personali, retroscena oscuri e il desiderio di mantenere lo status quo.

Il risultato è un panorama politico desolato, dove i progetti seri e costruttivi sembrano essere un lontano ricordo, e dove la politica è sempre più distante dai bisogni e dalle aspirazioni della gente comune. La politica non parte più dal basso, non nasce più nei territori: è diventata un gioco di potere giocato nelle stanze dei partiti e dei palazzi istituzionali.

I partiti e i movimenti che un tempo erano il cuore pulsante dell'autonomia valdostana sembrano essere caduti in una sorta di letargo, afflitti da stanchezza, demotivazione e mancanza di leadership. Il tessuto sociale è logoro, l'elettorato disilluso, e la speranza di un cambiamento reale sembra sempre più un miraggio lontano.

Ma quale strada intraprendere per uscire da questo labirinto politico? Le soluzioni non sono facili da individuare, ma forse la chiave risiede nel ritorno ai valori fondamentali dell'equilibrio, della condivisione e della mediazione autentica.

È necessario abbandonare le vecchie logiche di partito, e agire secondo coscienza anziché secondo gli ordini di una leadership distante e autoreferenziale.

È urgente avviare un dialogo aperto e costruttivo, coinvolgendo tutte le forze politiche, dal centro alla periferia autonomista. È fondamentale smettere di demonizzare gli avversari politici e iniziare a considerarli come partner potenziali per il cambiamento.

Solo attraverso il dialogo e la collaborazione sarà possibile costruire un futuro migliore per la Valle d'Aosta.

Ma il tempo stringe. Le elezioni europee sono solo l'inizio di una lunga serie di sfide politiche che attendono la Valle d'Aosta. È necessario agire ora, con determinazione e coraggio, per evitare che il delirio politico che ci circonda diventi la norma anziché l'eccezione. Solo così potremo sperare di ritrovare la strada verso un futuro migliore per la nostra amata Valle d'Aosta.

piero.minuzzo@gmail.com

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