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Chez Nous | 19 aprile 2024, 08:00

Nuovo corso o delirio senza fine?

Ogni tentativo di progresso sembra essere vanificato da rivalità interne, gelosie, e l'ossessione per il mantenimento del proprio posto

Nuovo corso o delirio senza fine?

Negli ultimi tempi, la politica valdostana ha oscillato tra azioni strategiche e momenti di stallo, lasciando molti a chiedersi cosa rimanga di tutto questo fermento. Nel cuore della Valle d'Aosta, un senso di nulla cosmico sembra permeare l'arena politica, con pochi progetti concreti e un clima segnato da rivalità personali e disaccordi giurassici.

La complessità della politica valdostana emerge come un enigma, apparentemente più intricato rispetto ad altre regioni italiane. Il motivo? Ogni tentativo di progresso sembra essere vanificato da rivalità interne, gelosie, e l'ossessione per il mantenimento del proprio posto. Progetti politici validi e costruttivi sembrano essere diventati una specie in via d'estinzione, spazzati via dall'assenza di una vera partecipazione dal basso e dalla mancanza di visione territoriale.

Partiti e movimenti che un tempo incarnavano lo spirito autonomista si sono gradualmente disgregati, lasciando spazio a stanchezza, demotivazione e mancanza di leadership. La politica valdostana sembra aver smarrito la bussola, incapace di offrire soluzioni tangibili a una società che ne ha disperatamente bisogno.

Quali sono le soluzioni a questo impasse? Le risposte non sono chiare.

Forse la Valle d'Aosta necessita di figure politiche e civili intrise di equilibrio, condivisione e capacità di mediazione autentica. Le trattative basate su interessi personali non sono più accettabili; è tempo di agire secondo coscienza e non diktat partitici.

È fondamentale abbandonare la demonizzazione degli avversari politici e avviare un dialogo aperto e costruttivo, coinvolgendo tutte le fazioni politiche, dal centro alla periferia autonomista. Per le forze autonomiste, è cruciale riconnettersi con il tessuto sociale e territoriale, rimanendo presenti anche in occasioni come le elezioni europee, senza sottovalutare l'importanza del voto, anche quando sembra non avere conseguenze immediate.

I movimenti territoriali devono concentrarsi sul recupero dell'elettorato disilluso, anziché diventare ostaggio delle dinamiche nazionali. Valorizzare il patrimonio umano e territoriale, anziché mortificarlo, dovrebbe essere l'obiettivo primario di ogni partito o movimento politico.

Ma il tempo stringe. Il delirio politico che precede le elezioni europee potrebbe essere solo l'anticamera di una crisi più profonda, destinata a esplodere con le imminenti elezioni regionali e, chissà, forse anche politiche.

La Valle d'Aosta deve svegliarsi dall'apatia politica e adattarsi al cambiamento globale, altrimenti potrebbe trovarsi a lottare contro un nemico ancora più insidioso: l'irrilevanza politica.

piero.minuzzo@gmail.com

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