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Chez Nous | 27 maggio 2025, 08:00

5 OUI

5 SÌ

5 OUI

Cinque sì per contare. Cinque sì per cambiare. Cinque motivi per non restare a guardare

C'è un tempo per la protesta e un tempo per la responsabilità. Oggi più che mai, la responsabilità è quella del voto. Non si tratta solo di mettere una croce su una scheda. Si tratta di decidere da che parte vogliamo stare: dalla parte di chi si lamenta e resta sul divano, o di chi crede che anche un Sì possa cambiare qualcosa.

I cinque quesiti referendari che saremo chiamati a votare sono strumenti democratici potentissimi. Ma senza una partecipazione convinta e consapevole, resteranno lettera morta. Per questo motivo, oggi più che mai, servono cinque Sì. Cinque scelte chiare. Cinque segnali forti.

Ecco i quesiti, spiegati in modo semplice, con le conseguenze che comporterebbe una loro bocciatura:

1. Sì per difendere l’ambiente

Il quesito chiede che le norme nazionali non possano impedire alle Regioni di tutelare il loro territorio, acqua, suolo e paesaggio.
🔴 Se vince il NO: Lo Stato potrà espropriare le competenze ambientali locali, anche nelle Regioni a statuto speciale. Il rischio è la cementificazione, la speculazione energetica e l’impossibilità per le comunità locali di opporsi a progetti devastanti.

2. Sì per garantire il diritto alla sanità pubblica

Il quesito punta a sancire il principio dell’universalità e gratuità delle cure, tutelando il diritto a un Servizio Sanitario Nazionale efficiente.
🔴 Se vince il NO: Continuerà l’emorragia di risorse verso la sanità privata e il Sud sarà sempre più penalizzato. Le liste d’attesa si allungheranno e curarsi diventerà sempre più una questione di reddito.

3. Sì per il lavoro stabile e tutelato

Si chiede di inserire il diritto a un lavoro dignitoso, contro il precariato e le forme contrattuali ultra-flessibili.
🔴 Se vince il NO: Si legittimeranno ancora di più contratti usa-e-getta, sfruttamento, e disoccupazione giovanile strutturale. I giovani continueranno a essere costretti a emigrare o a vivere di lavori occasionali.

4. Sì per la scuola pubblica, inclusiva e di qualità

Il quesito punta a blindare il principio della scuola come diritto e bene comune, contro il modello aziendalistico e competitivo.
🔴 Se vince il NO: Prevarranno le logiche di mercato e selezione. Le disuguaglianze sociali ed educative si accentueranno, lasciando indietro chi parte svantaggiato.

5. Sì per una Repubblica fondata sulla pace

Il quesito propone di rafforzare il ripudio della guerra, vietando espressamente l’invio di armi nei conflitti, anche in forma indiretta.
🔴 Se vince il NO: L’Italia potrà continuare a finanziare guerre altrui, violando lo spirito dell’art. 11 della Costituzione. Aumenteranno le spese militari, a scapito di sanità, scuola e ambiente.

Cinque quesiti, cinque occasioni per dire che non ci stiamo. Che vogliamo una democrazia più pulita, più giusta, più umana. E che ci interessa ancora il futuro dei nostri figli, dei nostri territori, della nostra Repubblica.

Per questo, non basta indignarsi: bisogna votare. E bisogna votare Sì. Perché ogni Sì sarà una voce che si alza. Una scelta che si imprime. Una responsabilità che si assume.

E allora andiamo. Andiamo a votare. E diciamolo forte:
Cinque Sì. Per cambiare. Per contare. Per non sparire. (con la collaborazione di Jean-Paul Savourel)

5 Sì

Cinq oui pour peser. Cinq oui pour changer. Cinq raisons de ne pas rester spectateur

Il y a un temps pour protester, et un temps pour prendre ses responsabilités. Aujourd’hui plus que jamais, la responsabilité passe par le vote. Il ne s’agit pas simplement de cocher une case. Il s’agit de décider de quel côté on veut être : du côté de ceux qui râlent depuis leur canapé, ou de ceux qui croient qu’un OUI peut encore tout changer.

Les cinq référendums populaires proposés sont des instruments démocratiques puissants. Mais sans une participation claire et massive, ils resteront lettres mortes. C’est pourquoi, cette fois-ci, il faut voter cinq fois OUI. Cinq décisions nettes. Cinq messages forts.

Voici les cinq questions, expliquées simplement, avec les conséquences de leur rejet :

1. Oui pour défendre l’environnement

Ce référendum vise à empêcher l’État de limiter les compétences régionales en matière de protection de l’eau, des sols et du paysage.
🔴 Si le NON l’emporte : L’État pourra ignorer les spécificités locales, y compris celles des Régions autonomes, pour imposer des projets destructeurs. Adieu contrôle sur le territoire, bonjour bétonnage sauvage et spéculation énergétique.

2. Oui pour garantir le droit à la santé publique

Ce texte renforce le principe d’un service national de santé universel, gratuit et efficace.
🔴 Si le NON l’emporte : La privatisation rampante continuera. Le Sud sera de plus en plus marginalisé. Les délais d’attente exploseront. Se soigner dépendra du portefeuille.

3. Oui pour le droit à un emploi digne

Le référendum vise à inscrire dans la Constitution le droit à un travail stable et correctement rémunéré.
🔴 Si le NON l’emporte : Les jeunes seront condamnés au travail précaire, aux contrats jetables, à la fuite à l’étranger. Le travail perdra sa valeur, la dignité aussi.

4. Oui pour une école publique de qualité

Ce texte affirme que l’école doit rester un service public égalitaire, loin des logiques de concurrence et de privatisation.
🔴 Si le NON l’emporte : L’école deviendra un marché. Les inégalités se creuseront. L’éducation ne sera plus un droit mais un privilège.

5. Oui pour une République fondée sur la paix

Le référendum veut renforcer l’interdiction de participer aux guerres, même indirectement (par exemple via l’envoi d’armes).
🔴 Si le NON l’emporte : L’Italie continuera de financer des conflits, en contradiction avec l’article 11 de la Constitution. Les dépenses militaires primeront sur la santé, l’éducation et l’environnement.

Cinq référendums. Cinq opportunités de dire « ça suffit ». Cinq occasions de redonner un sens à la démocratie. Et surtout, de montrer que le futur nous importe encore — celui de nos enfants, de nos territoires, de notre République.

Alors non, ce n’est pas le moment de se taire.
C’est le moment de voter. Et de voter cinq fois OUI.

Pour compter. Pour défendre. Pour exister. (A collaboré Jean-Paul Savourel)

piero.minuzzo@gmail.com

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