Circa 4.000 hanno firmato la petizione su Change.org della Comunità dei Russi Liberi Milano. Obiettivo 5.000 firme.
La richiesta di intitolare la via dove risiede il consolato russo a Milano ad Alexei Navalny, il principale oppositore di Putin recentemente deceduto in circostanze misteriose, è stata avanzata dalla Comunità dei Russi Liberi in Italia. L'obiettivo di dedicare la via a Navalny è quello di ricordare a tutti i visitatori del consolato russo di Milano che in Russia chi si oppone al regime è destinato a subire conseguenze gravi. La richiesta, una petizione di Change.org, è stata indirizzata al sindaco di Milano Giuseppe Sala e al Comune di Milano.
La Comunità dei Russi Liberi, in seguito alla tragica morte di Navalny, ha espresso il proprio sostegno alla dichiarazione di Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica. Romano ha sottolineato la necessità di cambiare il nome della via dove si trova il Consolato russo a Milano, citando l'esempio di Boris Nemtsov, un altro politico russo considerato nemico di Putin, il cui nome è stato dato a strade e piazze in diverse città del mondo dopo il suo assassinio a Mosca nel 2015.
La richiesta della Comunità dei Russi Liberi è motivata dal desiderio di commemorare Navalny e di sensibilizzare sulle violazioni dei diritti umani e sulla repressione politica in Russia. Citando le parole di Davide Romano, la richiesta sottolinea l'importanza di un cambiamento immediato e eccezionale del nome della via, affinché nessun visitatore del consolato russo di Milano dimentichi il destino di coloro che si oppongono al regime autoritario di Putin e alla guerra in Ucraina.
Navalny potrebbe essere stato ucciso dai suoi carcerieri tramite un colpo al cuore, dopo essere stato esposto al gelo per un lungo periodo di tempo
Alexei Navalny, contrariamente alle prime spiegazioni ufficiali, che hanno menzionato una trombosi o una sindrome da morte improvvisa come cause del decesso, l'articolo suggerisce una spiegazione alternativa: Navalny potrebbe essere stato ucciso dai suoi carcerieri tramite un colpo al cuore, dopo essere stato esposto al gelo per un lungo periodo di tempo.
Secondo quanto riportato da Vladimir Osechkin, fondatore dell'ONG Gulag.net, Navalny sarebbe stato soggetto a un protocollo di morte derivato dai manuali delle forze speciali del KGB. Navalny sarebbe stato lasciato all'aperto per oltre due ore e mezza in condizioni di freddo estremo, con temperature che possono scendere fino a -27 gradi nella regione artica. Questo avrebbe indebolito il suo corpo, rendendolo vulnerabile a un attacco mortale.
L'articolo suggerisce che Navalny potrebbe essere stato ucciso con un pugno al cuore, una tecnica conosciuta e utilizzata dalle forze speciali del KGB. Questo metodo avrebbe potuto essere facilitato dalla precedente esposizione al freddo estremo, che avrebbe rallentato la circolazione sanguigna, rendendo più semplice il compito di uccidere la vittima.
Si afferma che diverse altre persone nelle colonie penali dell'Artico sarebbero state uccise in modo simile, e i lividi trovati sul corpo di Navalny sarebbero coerenti con questa spiegazione.
Tuttavia, l'articolo sottolinea che questa tesi è attualmente impossibile da verificare, poiché nessun'altra persona ha potuto vedere il corpo di Navalny nonostante le richieste della sua famiglia e dei suoi avvocati. Si menziona che il corpo non sarà restituito per ulteriori 14 giorni, lasciando la famiglia e gli avvocati nell'incertezza e nel dolore.
In sintesi, l'articolo presenta un'ipotesi alternativa sulla morte di Navalny, suggerendo che potrebbe essere stato ucciso dai suoi carcerieri tramite un colpo al cuore, dopo essere stato esposto al freddo estremo per un lungo periodo di tempo. Tuttavia, questa spiegazione non è stata confermata e rimane oggetto di speculazione.