In occasione della Giornata Nazionale della Legalità, il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani (CNDDU) rilancia il valore della memoria e della partecipazione attiva nella lotta alla criminalità organizzata. Il 23 maggio 2025 ricorre infatti il 33° anniversario della strage di Capaci, uno dei più tragici attentati mafiosi della storia italiana, in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la magistrata Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani.
Ferite profonde, cicatrici indelebili nella coscienza collettiva del Paese. Cosa Nostra colpì con una violenza inaudita, cercando di spezzare la determinazione di chi aveva scelto di servire lo Stato con onestà e coraggio. L’asfalto dilaniato dell’autostrada A29 è ancora oggi il simbolo di un’Italia martoriata ma non piegata, che ha saputo reagire con forza e avviare una nuova stagione di contrasto alla criminalità.
Il CNDDU sottolinea il ruolo decisivo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino nella costruzione di un’azione antimafia concreta ed efficace. Con il Pool Antimafia e il maxi-processo di Palermo, aprirono una nuova pagina nella giustizia italiana, sfidando la Mafia e anche le resistenze interne alle istituzioni. La loro determinazione, anche dopo attentati falliti e minacce di morte, resta un esempio insostituibile per generazioni di cittadini.
A 57 giorni di distanza dalla strage di Capaci, un secondo attentato mafioso colpì a Palermo: in via D’Amelio persero la vita Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta. Questi due episodi segnarono una svolta epocale: da quel momento, lo Stato rispose con provvedimenti mai visti prima, come il regime del 41 bis, mentre la società civile iniziava a scrollarsi di dosso l’omertà, aprendo a una nuova coscienza collettiva.
"Ricordare è un dovere morale e civile", sottolinea il CNDDU, che rilancia anche quest’anno l’iniziativa “Le chiavi della Giustizia”, rivolta agli studenti di ogni ordine e grado. Il progetto invita gli alunni a riflettere sui valori fondanti della legalità e della giustizia attraverso attività didattiche e prodotti multimediali. Ogni classe potrà scegliere una “chiave” – Coraggio, Verità, Rispetto, Memoria, Impegno… – e interpretarla con podcast, video o elaborati creativi.
Anche i più piccoli, nella Scuola Primaria e dell’Infanzia, saranno coinvolti, realizzando chiavi simboliche in cartoncino da appendere in aula, come segno di comunità. I lavori degli studenti verranno condivisi sul sito e sui canali social del Coordinamento, per valorizzarne l’impegno educativo e sottolineare che la lotta alla mafia parte anche dai banchi di scuola.
“Le chiavi della Giustizia che oggi custodiamo rappresentano il primo passo per un futuro di responsabilità e legalità per tutti”, afferma la prof.ssa Rossella Manco, della Segreteria Nazionale CNDDU. Un’eredità viva, che continua a parlare ai giovani di oggi e di domani.