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Chez Nous | 01 gennaio 2024, 13:00

Quale Printemps Valdôtain

Le prossime elezioni europee rappresentano uno scenario cruciale per delineare una nuova prospettiva per la Valle d'Aosta. È confortante il fatto che si faccia circolare il nome di Dino Vierin, presidente della Giunta per molti anni, le cui capacità rappresenterebbero bene la Valle d’Aosta a Strasburgo

Quale Printemps Valdôtain

Valle d’Aosta è in fermento, anche se la discussione sull'autonomia e sul rafforzamento dell'identità locale è latente. Stiamo assistendo a negoziati cruciali volti a riunire sotto l'egida dell'Union Valdotaine coloro che ne sono usciti. L'obiettivo dichiarato è consolidare il movimento autonomista. Tuttavia, il problema principale risiede nella carenza di leadership che influisce negativamente sulla politica valdostana.

Le prossime elezioni europee rappresentano uno scenario cruciale per delineare una nuova prospettiva per la Valle d'Aosta. È confortante il fatto che si faccia circolare il nome di Dino Vierin, presidente della Giunta per molti anni, le cui capacità rappresenterebbero bene la Valle d’Aosta a Strasburgo. Questa potrebbe essere la base per una candidatura condivisa nell'ambiente autonomista. Allo stesso modo, è positivo il ritorno attivo alla politica di un dinamico personaggio, il cui percorso è stato ingiustamente interrotto dalla magistratura, ma che ora sta tornando attivamente in campo.

Progetti, cronoprogrammi, e tempistiche non sono chiari. Sembra che la politica valdostana stia navigando alla deriva come un piccolo barchino dei migranti, abbandonato e sperduto tra le ondate tumultuose del mare, come se fosse stato affidato alle cure irresponsabili di qualche scafista di dubbia reputazione.

Le decisioni politiche sembrano oscillare al ritmo delle onde, senza una bussola o una rotta chiara. È come se fossimo alla mercé di correnti imprevedibili, affidati al caso piuttosto che a una guida o a una strategia ben definita. Forse sarebbe il caso di richiamare l'attenzione dei politici affinché non trasformino la gestione della nostra regione in un naufragio imminente. Un consiglio: potrebbero prendere esempio da coloro che navigano queste acque agitate con più responsabilità e lungimiranza. È vero, ci sono settori che guardano al domani, ma troppi sono quelli che si concentrano sul quotidiano.

Il 28 ottobre il Congresso ha stabilito le regole per la costituzione di una Commissione Speciale incaricata di promuovere la buona esecuzione dell'integrazione degli aderenti all'Union Valdôtaine, in particolare dei nuovi iscritti provenienti da altre realtà politiche autonomiste, ma poco è stato fatto. Il sito dell'Unionista spiega che "La ricomposizione è in vista della linea d’arrivo", ma in realtà si sa poco riguardo a cosa stiano effettivamente facendo gli autonomisti per ricomporre il quadro politico.

In questo mondo di incertezze, a creare ancor più titubanza, perplessità e irresolutezza, poche ore prima di capodanno ha pensato l’assessore regionale di Pour l’Autonomie nel suo messaggio augurale alla comunità valdostana, attraverso i social, a rilanciare la necessità di un "Printemps Valdôtain", sottolineando l'importanza di introdurre nuovi progetti, incoraggiare nuove figure, accogliere nuove idee e infondere nuove energie nel tessuto sociale e politico della nostra regione. Ma con chi, non è stato specificato. Gli autonomisti di Uv, Alliance, Mouv e Vda Unie rimangono silenti, mentre non è esclusa un'intesa politica tra Pour l’Autonomie e la Stella Alpina, i cui incontri sono frequenti ma non pubblicizzati. Carrel ha chiaramente dichiarato che c'è ancora un vuoto da colmare, con troppe domande che attendono risposte concrete.

Ma c'è anche la novità del Rassemblement valdôtain di Davide Bionaz, un tempo promessa dell'Uv, che finora non si è espresso su possibili alleanze. La strada è ancora lunga. Non a caso, l’assessore Carrel ribadisce che le ferite sono ancora aperte, ricordando il recente passato e riportando un passaggio di un colloquio: "... Quella sera, oltre alla questione prettamente politica, abbiamo parlato di persone, di mancanza di rispetto, di risate, chiamate sotto falso nome, video, foto, giochi di bassa politica che, noi e tanti altri, abbiamo osservato, notato e purtroppo capito e ci siamo detti chiaramente che secondo noi la Valle d’Aosta, la nostra autonomia e la nostra comunità hanno bisogno di una nuova primavera. Abbiamo parlato di Printemps Valdôtain, di nuovi progetti, nuove persone, nuove idee, nuova linfa e di troppe poche risposte concrete. Bene! Con questo spirito affronterò il 2024 e i prossimi anni, dialogando con tutti e con la consapevolezza che per cambiare non c’è bisogno di restaurare, ma talvolta di costruire qualcosa di nuovo che possa rappresentare tutti senza timori e veti, ma con entusiasmo e speranza perché il futuro non appartiene al passato, ma solamente partendo dal passato possiamo guardare al futuro." (riferito all’isolamento messo in campo contro Rollandin, ndr)

Come si vede, lo spirito è forte ma la carne è debole, e la primavera valdostana può aspettare. Gli equilibri interni dell'ipotizzata riunificazione richiedono tempo. I mutamenti climatici incidono anche sul Printemps Valdôtain, anche se non si sa quale.

piero.minuzzo@gmail.com

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