La Giunta ha adottato importanti misure per migliorare l'efficacia degli screening per tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Tra le novità, spiccano l'introduzione di strumenti digitali e l'ampliamento delle strategie di comunicazione, inclusi i canali social.
"Promuovere la prevenzione - spiega Carlo Marzi - è fondamentale per individuare il prima possibile le patologie: va data ancor più copertura ai programmi di screening, che già mostrano risultati soddisfacenti, rafforzando i percorsi di formazione specifica e avvalendosi sempre più dei vantaggi che può offrire la digitalizzazione. Insieme all’azienda USL puntiamo sempre più ad accrescere il coordinamento delle azioni e i monitoraggi delle attività svolte, per disporre di prese in carico e cure sempre più efficaci e compatibili alle diverse situazioni di difficoltà che le persone si trovano ad affrontare a causa delle patologie di cui soffrono. In tale ambito - prosegue l’Assessore Marzi - proprio per rispondere al meglio alla complessità dell’impegno cui far fronte, è stato istituito il nuovo Dipartimento funzionale Oncologico recentemente approvato con il nuovo Atto aziendale dell’USL”.
La Giunta, in ottemperanza alle normative nazionali e regionali in materia di salute, ha adottato importanti misure volte a potenziare e migliorare l'efficacia dei programmi di screening oncologici attivi per i tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto. Tra le innovazioni: la digitalizzazione delle attività e le azioni di comunicazione, che contemplano ora anche i canali social.
Le azioni prevedono l’implementazione delle sinergie con le organizzazioni/strutture socio-sanitarie e le associazioni di cittadini e pazienti impegnate sul territorio nell’assistenza di soggetti fragili, per individuare i fabbisogni delle popolazioni difficili da raggiungere. Le strategie condivise si attuano attraverso la produzione e diffusione di materiale specifico per le persone straniere residenti in Valle d’Aosta redatte in lingue diverse, la presa di contatto con le organizzazioni/strutture istituzionali locali impegnate sul territorio (Comuni, Unité des Communes) ed afferenti ad associazioni di volontariato e del terzo settore (professionisti sul campo quali ad esempio mediatori culturali) e un’attività di confronto fra tutte le parti coinvolte in questo percorso di reclutamento e fidelizzazione dei sottogruppi svantaggiati.