Lo scorso 31 ottobre si è tenuta a Torino la prima riunione del Comitato di cooperazione frontaliera italo-francese istituito dal Trattato del Quirinale a cui ho partecipato unitamente all’Assessore Sapinet, in qualità di Vice-presidente della Conférence transfontalière Mont-Blanc, ed al Sindaco di Aosta Nuti.
Il Comitato di cooperazione frontaliera, convocato e presieduto dai Ministri degli esteri italiano e francese, riunisce le autorità locali, le collettività frontaliere e gli organismi di cooperazione frontaliera, nonché i parlamentari e i rappresentanti delle amministrazioni centrali e si è posto come obiettivo del primo incontro la presentazione dei progetti a breve termine e di quelli a lungo termine per sviluppare una programmazione di lavoro pluriennale.
Gli ambiti di cooperazione disegnati dal Trattato - che consolida scenari di grande interesse per lo sviluppo delle relazioni socio-culturali della Valle d’Aosta con la Francia - sono sfidanti e importanti: riguardano servizi, sanità, ambiente, protezione civile, cultura, vie di comunicazione e trasporti, energia.
I temi prioritari che ho ritenuto di portare all’attenzione del Comitato, anche in virtù all’attualità dei fatti, sono stati:
- le vie di comunicazione attraverso le Alpi;
- la comunicazione nelle aree frontaliere;
- i cambiamenti climatici.
Quando alle vie di comunicazione, il traforo del Monte Bianco, il traforo del Fréjus, Ventimiglia e Mentone, tra gli altri, sono, infatti, i punti di contatto per le comunità frontaliere di Italia e Francia, sono spazi transfrontalieri di vita, ma sono anche le porte attraverso le quali dialogano i nostri sistemi economici.
I lavori al Monte Bianco e le recenti criticità al Fréjus hanno ancora una volta confermato l’esigenza che le istituzioni territoriali frontaliere siano coinvolte nelle scelte e nelle decisioni, affinché siano rispettati gli obiettivi della sostenibilità ambientale e della sicurezza della circolazione.
Le Commissioni Intergovernative si concentrano sulle infrastrutture: noi abbiamo chiesto che si riconosca la dignità anche alle popolazioni e ai territori attraversati.
Abbiamo, poi, posto l’accento sulla comunicazione nelle aree frontaliere.
È importante, infatti. che le comunità siano informate di ciò che accade nelle regioni vicine: per ragioni di utilità, ma anche perché è conoscendosi che si è spinti a collaborare.
Avere la possibilità di ricevere le reti radiotelevisive delle regioni vicine è a tal scopo fondamentale.
In ultimo, i cambiamenti climatici, le risorse idriche, i ghiacciai, la sicurezza in montagna, le attività di protezione civile.
Anche in questi casi crediamo che vadano superate le rigidità dovute al confine politico-amministrativo, perché le regole della natura e lo spirito alpino non rispettano la frontiera.
L’incontro di Torino è stata, peraltro, un’ottima occasione per confrontarsi con le altre realtà frontaliere italiane e francesi su problemi comuni in un’ottica di dialogo con i Governi.