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Piemonte NordOvest | 01 settembre 2023, 08:30

FERRATA DI LOCANA SULLA “PEREBELLA”

di Lodovico e Walter Marchisio

iNIZIO DELLA VIA FERRATA

iNIZIO DELLA VIA FERRATA

Questo percorso l’ho effettuato con mio figlio Walter il 14 settembre 2019 a 72 anni, già compiuto col busto protettivo per i problemi allora insorgenti alla colonna vertebrale, che ancora di più mi hanno immerso in questa nuova realtà che stavo mio malgrado iniziando a vivere.

Per gli appassionati di “vertigini” mi sento di affermare che pur non essendo una ferrata atletica, per i traversi esposti e i tre muri che la compongono, gli “iniziandi” a questa disciplina, come recita anche il cartello posto al parcheggio da dove ha inizio il sentiero, vanno sempre accompagnati da persona esperta.

Relazione Tecnica:

Quota: 1170 m

Cenni generali: Questa “via ferrata” è stata ideata sulle “Rocce di Perebella” sopra Locana. In condizioni fisiche normali risulta molto divertente e non troppo difficile. Per il resto nulla da eccepire perché essendo stata ricavata in parte su “aeree” cenge percorse per anni come percorsi attrezzati per raggiungere la centrale dell’AEM, offre un colpo d’occhio invidiabile sulla pianura ed essendo stata concepita con un percorso a “otto” e ritorno allo stesso luogo di partenza, è del tutto originale. Per non sbagliarsi basta seguire le frecce rosse in salita e quelle verdi in discesa.

Difficoltà: Percorso per me già allora molto impegnativo (valutazione reale per tutti invece è di media difficoltà)

In pieno traverso

A: Imbrago, casco e Kit da ferrata

Accesso: autostrada per Aosta, uscita a San Giorgio Canavese, proseguimento per Pont Canavese, Locana, Rosone. Salire per il vallone di Piantonetto (deviazione a destra, verso di salita) fino al ponte di San Lorenzo e parcheggiare subito prima del ponte ove vi è il cartello della via ferrata in questione

Avvicinamento: Il sentiero di accesso nel bosco, caratterizzato da qualche ripido tornante e lunghi traversi con alcuni saliscendi, conduce in vista di un traliccio.

Dislivello totale: 240 m (70 m sentiero avvicinamento + 170 m via ferrata)

Sviluppo ferrata: 1500 m

Consigliabile: sì, perché è un posto incantevole, ed è una ferrata a cui tenevo da tempo, fatta solo grazie a mio figlio che mi ha tirato su nei punti più scabrosi, che completa (pur sofferente alla schiena) il programma che mi ero imposto: cime brevi con amici o da solo, falesie nuove adatte al mio nuovo stato.

Ore salita: 2 h (avvicinamento + ferrata)

Ore Discesa: 1,30 h (anello ferrata in discesa + ritorno al parcheggio)  

Totale ore: 3,30 h

Descrizione itinerario: L’inizio della via ferrata si trova pochi metri sotto e inizia con qualche gradino discendente che conducono a un ponte tibetano, lungo circa 20 m a tre cavi ben teso, evitabile a destra con sentiero cablato. Segue un traverso ascendente verso sinistra privo d’infissi per i piedi, che seppur in alcuni tratti è intagliato nella roccia, obbliga a usare il cavo con le mani e conduce al primo salto verticale alto circa 15 m, non difficile perché con scalini molto ravvicinati.

Segue un altro traverso ascendente a sinistra su un’esile cengia che obbliga in alcuni punti a issarsi sul cavo e conduce al secondo muro roccioso di circa 20 m più impegnativo del primo perché ha due brevi tratti leggermente strapiombanti che obbligano a brevi passaggi di forza.

Segue un altro traverso ascendente a sinistra che conduce al terzo e ultimo risalto verticale di 23 m apparentemente monolitico che accompagna al punto più elevato della via. Da qui inizia la discesa attrezzata e in alcuni tratti anche con corrimano, su una lunga placconata fino a incrociare l'itinerario di salita.

Il alto il punto massimo della ferrata

Seguire la freccia verso destra (lato di discesa) che conduce a una piccola e breve discesa attrezzata un po’ strapiombante che ci guida all’interno di una caratteristica grotta naturale che si percorre di lato in tutta la sua lunghezza d’apertura. Il sentiero prosegue fino in vista del ponte tibetano di partenza dove (poco sopra) un’esposta cengia scavata nella roccia con cavo e mancorrente ci porta alla digressione che evita il “ponte sospeso” riconducendoci al punto di partenza, per il vecchio camminamento dell'azienda elettrica.

ASCOVA

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