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CULTURA | 21 maggio 2023, 18:40

La Valle d’Aosta ad Assisi per San Francesco

La Valle d’Aosta sarà quest’anno la regione ospite delle celebrazioni in onore di San Francesco, previste ad Assisi, il 3 e il 4 ottobre prossimi, in occasione del Patrono d’Italia. È questa una tradizione che si rinnova dal lontano 1939 e vede alternarsi, anno dopo anno, le regioni italiane; le precedenti edizioni in cui la Valle d’Aosta è stata protagonista risalgono al 1975 e al 2002

San Francesco, ante 1481, chiesa parrocchiale di Sant’Ilario, Gignod (part.)

San Francesco, ante 1481, chiesa parrocchiale di Sant’Ilario, Gignod (part.)

San Francesco d’Assisi e la sua iconografia in territorio valdostano

San Francesco d’Assisi viene descritto nelle fonti come un uomo magro e di piccola statura, con i capelli e la barba nera e il viso ovale allungato. L’unica descrizione che troviamo di San Francesco è quella del suo primo biografo, Tommaso da Celano, che lo aveva conosciuto personalmente e lo descrive nella sua opera Legenda prima. Oltre a questa descrizione non possediamo un ritratto “ufficiale” di Francesco: le immagini più antiche (XIII secolo), attribuite ad anni in cui era sicuramente ancora vivo il ricordo del sant’uomo, sono del tutto generiche e convenzionali.

Gli artisti si sono sempre interessati più alla rappresentazione dell’essenza interiore del santo e dell’entusiasmo profondo della sua anima piuttosto che alla ricerca della correttezza fisionomica. Vi sono comunque elementi inconfondibili che caratterizzarono fin dai primi ritratti la figura di Francesco tra cui l’abito, un saio di colore grigio scuro o marrone, che del resto è l’abito distintivo dell’ordine da lui fondato. Francesco veniva poi rappresentato con in mano un libro, ma soprattutto con la croce. L’attributo iconografico tuttavia più significativo è costituito dalle stimmate che segnano le mani, i piedi e il costato di Francesco.

Proprio l’episodio delle stigmate è l’evento più popolare e rappresentato della vita del santo, perché considerato fin da subito il momento culminante del suo percorso, quello in cui aveva ricevuto un’impronta da Dio, la prova della cosiddetta “conformità” della sua vita con quella di Cristo.

San Francesco d’Assisi e la sua iconografia in territorio valdostano

Rappresentazioni iconografiche valdostane Proprio la raffigurazione delle stimmate di Francesco accomuna le due opere d’arte valdostana più antiche recanti un’immagine del santo: una custodia di croce astile in cuoio proveniente da Rhêmes-Notre-Dame, oggi esposta al Museo del Tesoro della Cattedrale di Aosta, e il ciclo di affreschi della facciata della cappella di Fleuran ad Issogne. Quest’ultimo, datato 1428, oltre a raffigurare l’episodio delle stimmate, presenta sotto la scena gli stemmi della famiglia Savoia e di quella Challant, committenti prestigiosi. I Savoia, inoltre, manifestarono particolare devozione a san Francesco e al suo ordine come dimostra la fondazione del capoluogo aostano del convento francescano fortemente voluto da Amedeo VI. Un ruolo importante rivestì anche la famiglia Challant che dimostrò fin da subito il suo attaccamento all’ordine.

La diffusione della spiritualità francescana e della devozione per frate Francesco in epoca medievale è testimoniata in Valle anche da altre preziose opere d’arte, oreficerie, affreschi e vetrate istoriate, realizzate non solo per il convento francescano di Aosta. Alla chiesa parrocchiale di San Vittore di Roisan, infatti, appartiene una croce astile in lamina argentata e dorata che risale al XV secolo, forse anch’essa proveniente dal convento aostano, ora esposta al Museo del Tesoro della Cattedrale. Tra le figure rappresentate compare San Francesco con il saio aperto per rendere visibile la ferita del costato. Nella stessa vallata, la parrocchiale di Gignod conserva una delle più belle immagini valdostane del santo (vedi immagine). Si tratta di un prezioso ciclo di affreschi datato alla seconda metà del Quattrocento che raffigura una Pietà con quattro santi tra cui Francesco, dal volto emaciato e sofferente.

Alla fine del XV secolo sono da menzionare le pitture che decorano la facciata del convento di Santa Caterina di Aosta, scelte come immagine per queste celebrazioni. Per ritrovare l’immagine di San Francesco in Valle d’Aosta è necessario attendere più di un secolo, con rappresentazioni profondamente diverse: non furono più illustrati i tanti episodi della sua vita, ma vennero privilegiati i momenti di estasi e annientamento in Dio, come si può vedere nel dipinto dell’altare dell’antica cappella di Les Cours a la Salle, nella pala d’altare del Ss. Rosario della chiesa parrocchiale di Saint-Marcel, o ancora nella tela conservata nella cappella del Villair di Morgex. La raffigurazione delle stimmate di San Francesco riappare a Nus in una tela proveniente dalla cappella dedicata alla Madonna d’Oropa di Mazod, una replica forse ottocentesca e di modesta fattura di un capolavoro di Giovanni Battista Crespi oggi conservato alla pinacoteca di Brera.

Sempre a Nus, in una sala del castello baronale, troviamo San Francesco che riceve le stimmate. La presenza capillare dei cappuccini in Valle d’Aosta e la loro attività di predicatori contribuì alla diffusione del culto dell’immagine di Francesco. Una particolare tipologia di calice con l’immagine del santo si ritrova in parrocchie quali Ayas, Bosses, Fénis, Morgex, Saint-Pierre, Valpelline, nella Collegiata di Sant’Orso di Aosta e nella chiesa del Ss. Salvatore di Perloz dove Francesco è anche raffigurato sugli affreschi che decorano la facciata. Il breve e sommario percorso attraverso l’arte valdostana alla ricerca delle immagini di San Francesco si conclude con alcune opere dell’Ottocento e di primo Novecento dislocate tra Valgrisenche, Torgnon e Chambave.

A cura della Soprintendenza per i Beni e le Attività culturali della Regione autonoma Valle d’Aosta

red.

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