Dopo Marco Sorbara tornano altri quattro condannati in appello nell'ambito dell'inchiesta geenna relativa alla presunta presenza in Valle di organizzazione 'ndranghetista. Erano agli arresti dal 19 gennaio 2019, quando scattò il blitz dei carabinieri coordinati dalla Dda di Torino. Da quanto riportato dall'agenzia Ansa, la Corte d'appello di Torino ha disposto "l'immediata scarcerazione" dei quattro imputati del processo Geenna con rito ordinario sulla 'ndrangheta in Valle d'Aosta: il ristoratore aostano Antonio Raso, l'ex consigliere comunale di Aosta Nicola Prettico, l'ex dipendente del Casinò di Saint-Vincent Alessandro Giachino (che si trovavano in carcere) e l'ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcera (che era ai domiciliari).
L'OPERAZIONE GEENNA
'Operazione Geenna' è il nome biblico del blitz anti-'ndrangheta dei carabinieri iniziato all'alba di oggi in Valle d'Aosta. Anticamente la Geenna era il 'lago di fuoco' di Gerusalemme, una sorta di discarica dove venivano bruciate le immondizie.
L'operazione è scattata il 23 gennaio del 2019 quando i Carabinieri del Gruppo Aosta e del Raggruppamento Operativo Speciale -Ros di Torino hanno eseguito almeno una decina di misure cautelari (tra arresti in carcere e domiciliari) richieste dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Torino, nei confronti, “di un sodalizio ‘ndranghetistico operante in Valle d’Aosta riconducibile, tra gli altri, a componenti della famiglia ‘Nirta-Scalzone’ di San Luca (Reggio Calabria) con collegamenti in Piemonte e Calabria”.
Le indagini hanno “ricostruito uno scenario di pervasiva infiltrazione nel tessuto eecnomico-imprenditoriale”, nonché di “documentare l’esistenza di un’associazione finalizzata al narcotraffico di matrice transnazionale tra Spagna e Italia”.
Ma l'impianto accusatorio è stato smontato dalla Cassazione.