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CRONACA | 01 febbraio 2023, 12:50

Marco Sorbara ha raccontato Ai Fatti Vostri di quel pregiudizio sulle sue origini calabresi che ha distrutto la sua vita

L'ex consigliere regionale della Valle d'Aosta, Marco Sorbara, assolto definitivamente nei giorni scorsi dalla Cassazione dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa dopo 909 giorni in custodia cautelare

Marco Sorbara

Marco Sorbara

L’incubo giudiziario di Sorbara comincia il 23 gennaio 2019, quando i carabinieri bussano alla sua porta in piena notte per portarlo via assieme ad una decina di persone, tutte coinvolte nell’operazione “Geenna”.

A fine luglio scorso è stato assolto dalla Corte d’Appello di Torino perché il fatto non sussiste, dopo una precedente condanna a 10 anni con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. E, soprattutto, dopo mesi di calvario, aggravati dal voltafaccia dei suoi colleghi, che subito dopo l’arresto lo hanno massacrato. Ma il Procuratore generale ha fatto ricorso alla Cassazione

Momenti terribili, tra carcere e domiciliari, compresi 45 giorni in isolamento, racconta oggi Sorbara: «Nella mia cella erano cinque passi per quattro, li contavo. E mi chiedevo tutti i giorni perché. Ma non ho mai trovato risposta».

Il suo dramma dovuto ad ordinaria ingiustizia della giustizia lo ha raccontato all'Italia partecipando alla trasmissione della Rai I Fatti Vostri. Finalmente è arrivata l'assoluzione definitiva e quattro rinvii. Lo ha deciso la Corte di cassazione al termine del processo relativo all'inchiesta Geenna, sulle infiltrazioni di 'ndrangheta in Valle d'Aosta e sulla presenza di una locale ad Aosta.

Il dispositivo della sentenza è stato letto ieri sera. Diventa definitiva l'assoluzione di Marco Sorbara, ex consigliere regionale dell'Union Valdôtaine, già assessore alle Politiche sociali del Comune di Aosta, condannato in primo grado a 10 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e poi assolto in appello "perché il fatto non sussiste". Per gli altri quattro imputati -il ristoratore aostano Antonio Raso, l'ex consigliere comunale di Aosta per l'Uv Nicola Prettico, l'ex croupier del Casino de la Vallée di Saint-Vincent Alessandro Giachino e l'ex assessora comunale di Saint-Pierre Monica Carcea- la Corte di cassazione ha stabilito che bisogna fare un nuovo processo d'appello, annullando le loro rispettive condanne.

La procura generale della Corte di cassazione aveva chiesto di confermare la condanna a dieci anni a Raso, otto anni a Prettico e a Giachino -tutti e tre per l'imputazione di associazione mafiosa- e di sette anni a Carcea con l'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

red.pi.

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