"La legge della Provincia Autonoma di Trento che prolunga in modo oneroso le concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche, senza mettere a gara quelle scadute e che scadranno, apre una strada interessante per molte altre Regioni, per lo Stato. La partita è complessa, strategica, oggetto anche di molteplici divisioni politiche, al centro di lobby e di diverse volontà di partiti e territori, espresse negli ultimi anni. Il dibattito e il lavoro da fare non può tagliare fuori gli Enti locali e chi rappresenta i Comuni montani". Il commento è di Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem.
Marco Bussone
Di certo la proroga che Trento ha messo nero su bianco in legge, deve portare benefici ai territori sui quali insistono gli impianti di produzione energetica da fonte idroelettrica, gli invasi e le opere realizzate negli ultimi cento anni. Deve garantire ritorni economici veri ai territori, investimenti importanti da parte di chi mantiene la concessione e se la vede prorogata. Non briciole.
Anche la Francia e l'Austria vogliono seguire la strada del prolungamento e a Bruxelles vi sono dossier che tengono in considerazione questa possibilità. Auspico che i Ministeri, con il Parlamento, e naturalmente con le Regioni, possano lavorare sul tema, arrivando a sintesi positive a beneficio delle comunità locali, nel quadro della crisi energetica e climatica, favorendo investimenti da parte dei Concessionari, uscenti o nuovi, intervenendo pure contro la crisi idropotabile che molti stanno rilevando.
"L'acqua è pubblica, ma la forza di gravità è della montagna. E deve dare un gettito vero e sostenibile, duraturo e crescente ai territori, alle comunità, veri benefici alle imprese, anche nel quadro delle 'comunità energetiche' che stanno nascendo e che il PNRR finanzierà a brevissimo", ribadisce Marco Bussone.