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Consiglio Valle Comuni | 12 dicembre 2022, 09:59

Il Coordinamento del Comitato per la riforma elettorale diffida Bertin

Contestano il fatto che a sei mesi di distanza dalla richiesta, il Consiglio regionale si esprimesse sulla richiesta di referendum consultivo avanzata da 3.363 elettori

Il Coordinamento del Comitato per la riforma elettorale diffida Bertin

Venerdì 9 dicembre Gabriella Poliani ed Elio Riccarand, delegati dei promotori della iniziativa di referendum consultivo, hanno depositato alla Presidenza del Consiglio regionale formale diffida nei confronti di Alberto Bertin.

"L'intimazione rivolta la Presidente del Consiglio - come si legge in una nota - è di provvedere ad iscrivere l'argomento referendum consultivo all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio entro trenta giorni. In difetto il Comitato si riserva di assumere le iniziative legali che l'Ordinamento prevede a tutela dei diritti che attualmente risultano violati".

Al Presidente del Consiglio regionale,

Alberto Bertin

Oggetto: mancata deliberazione del Consiglio regionale su richiesta di referendum consultivo- Diffida – messa in mora

Scriviamo, in quanto delegati, a nome e per conto dei promotori delle richiesta di referendum consultivo sulla Proposta di legge di riforma del sistema elettorale regionale depositata il 26 aprile 2022.

Come Le è noto, la richiesta di referendum consultivo, corredata da 3.363 firme di elettori valdostani, è stata depositata alla segreteria del Consiglio regionale il 24 maggio 2022.

Il 10 giugno 2022 il segretario generale del Consiglio regionale ha firmato e ci ha trasmesso il verbale con cui, terminate le operazione di controllo, si attesta la validità della richiesta di referendum consultivo. Inoltre ci ha comunicato che il Verbale era stato trasmesso “al Presidente del Consiglio affinchè il Consiglio possa deliberare, a maggioranza assoluta dei suoi componenti, l'effettuazione del referendum consultivo”.

Ai sensi dell'art.45 della legge regionale  n.19/2003, la decisione sulla effettuazione del referendum compete infatti al Consiglio regionale che deve anche formulare il quesito da rivolgere agli elettori.

 Sono decorsi sei mesi dalla attestazione della validità della richiesta, ma il Consiglio non ha ancora assunto la deliberazione di sua competenza.

Si tratta, ad avviso dei promotori della iniziativa referendaria, di un comportamento ingiustificato e ingiustificabile ed è compito del Presidente impegnare il Consiglio perchè provveda a quanto previsto dalla legge.

Evidenziamo che la legge regionale prevede tempi molto stretti e rigorosi per la raccolta firme (solo un mese), ed anche per l'indizione del Referendum da parte del Presidente della Regione dopo la deliberazione consiliare qualora favorevole allo svolgimento del referendum (10 giorni).

Una tempistica stringente per dare certezze ai promotori della richiesta e legata anche al fatto che l'iter del proposta di legge oggetto di referendum consultivo viene ovviamente congelato in attesa della decisione sulla richiesta di referendum.

Sei mesi per prendere una decisione di competenza del Consiglio non sono giustificati e a nostro avviso il contegno del Presidente costituisce una omissione non motivata di atti richiesti: il diritto al referendum consultivo è previsto dallo Statuto speciale, e disciplinato dalla legge regionale n. 19/2003, si tratta di un diritto costituzionale che non può essere impunemente ignorato.

Valga quindi la presente come formale intimazione a provvedere ad iscrivere l'argomento all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio regionale entro 30 giorni dal ricevimento della medesima.

In difetto, i promotori della lista si riservano di assumere le iniziative legali che l’Ordinamento prevede a tutela dei diritti che gli stessi ritengono violati.

Aosta 9 dicembre 2022

I Delegati

Gabriella Poliani

Elio Riccarand

red.

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