I propositi di realizzare impianti funiviari nel Vallone delle Cime Bianche si stanno scontrando con la realtà di un territorio tutelato dalla normativa europea, statale e regionale , per la sua conformazione non adatto allo sci, e in cui non si sa dove posizionare la stazione intermedia. Un ecosistema che verrebbe irrimediabilmente alterato e deturpato dagli impianti, con unicità che attendono unicamente di essere conosciute, indagate, salvaguardate e promosse per farne leva fondamentale di uno sviluppo sociale e economico armonico e duraturo, e per diversificare l’offerta turistica, che non può continuare ad essere incentrata unicamente sullo sci.
Infatti, il Vallone delle Cime Bianche è un luogo che incanta e meraviglia, passo dopo passo, perché nel suo insieme presenta una straordinaria varietà e stratificazione di ricchezze naturalistiche e paesaggistiche, geologiche, storico-culturali e archeologiche.
Sul piano naturalistico e paesaggistico, il Vallone - con le sue balze erbose, i suoi laghi e i suoi torrenti che fanno da cornice a un prezioso ecosistema floreale e faunistico d’alta quota - costituisce una piccola perla di microambiente alpino intatto. Infatti, con l’eccezione dell'immediato settore a monte di Saint-Jacques, il territorio è sottoposto al regime di ZSC-ZPS, due acronimi che identificano la massima protezione naturalistica prevista dalle norme europee (IT1204220 - Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa).
Proponiamo:
Istituzione di un Parco naturale che comprenda il Vallone delle Cime Bianche e l'area ZSC/ZPS " IT1204220 - Ambienti glaciali del gruppo del Monte Rosa" più l'area di specifico interesse naturalistico (Ef1) individuata dal comune di Ayas (Vallone di Nana, pianori di Tzere e di Verra), in continuità con il Parco dell'Alta Val Sesia.
Con 50 milioni di euro, la metà del costo realistico del collegamento funiviario, si garantirebbero 40 anni (1.200.000 euro/anno) di vita del Parco e almeno 15/17 posti di lavoro qualificati e permanenti, e si diversificherebbe l’offerta turistica durante tutto l’anno.
Per quanta riguarda i giovani, occorre tener conto delle loro aspettative, che non sono esclusivamente legate alle attività turistiche. Sono oltre 7.000 i valdostani fra i 18 e i 49 anni che vivono all’estero per fare esperienza ma anche perché la Valle d’Aosta non offre occasioni di lavoro stimolanti. Al concorso per 3 guardaparco al Parco regionale del Mont Avic hanno partecipato 200 candidati, per 9 posti al Parco Nazionale del Gran Paradiso hanno partecipato in 1.100.
Il parco darebbe l'opportunità di accedere a svariati fondi europei e nazionali, di riqualificare la rete sentieristica, di creare un ostello/foresteria a Fiéry, di rilanciare l'attività agricola, di operare come Agenzia di studio e tutela degli equilibri ambientali, a lungo termine.
NELLE FOTO
- perimetrazione Area Natura 2000 (Sito web ufficiale: https://natura2000.eea.europa.<wbr></wbr>eu/)
- perimetrazione Area Natura 2000 (Regione Autonoma Valle d'Aosta)
- sovrapposzione Area Natura 2000 con aree di specifico ingteresse naturalistico individuate da Piano Territoriale Paesistico (RAVA) e dal PRGC del comune di Ayas
- veduta del Vallone dall'alpe Saler
- parte superiore del Vallone con i laghi di Punta di Rollin, Gran Lago delle Cime Bianche e Lago Pers (celeste)
- alpe Vardaz
- alpe Courtod
- pinoro di Tzere
- gipeti nel Vallone
- Vardaz in inverno