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CRONACA | 29 settembre 2022, 17:38

Poco meno di 2000 firme per dire non a funivia Cime Bianche

L'obiettivo è di obbligare il Consiglio regionale a confrontarsi con la richiesta di così tante persone di salvaguardiare il paesaggio

Poco meno di 2000 firme per dire non a funivia Cime Bianche

Sono circa 1.900 le firme raccolte dalla petizione che si oppone alla costruzione del collegamento a fune nel vallone delle Cime Bianche, lanciata nel novembre scorso dal Cai della Valle d'Aosta, con il sostegno del Cai nazionale, e dal comitato Ripartire dalle Cime Bianche. Di queste, "oltre 1.700 sono complete di tutta la documentazione". Lo ha reso noto Marcello Dondeynaz, referente del comitato, in un incontro con la stampa questa mattina nella sede del Cai di Aosta. "Sono sottoscrizioni raccolte a persona, con il passaparola. Alcune sono state raccolte con presenze ai mercati principali della Valle, ma sono solo 100-150" perché "lì l'opera era soprattutto informativa".

Per Dondeynaz, "questo tema non è la discarica dietro casa, è una firma per la salvaguardia di un territorio" lontano. Per questo, "è stata una grande impresa collettiva. Ci sono più di 100 persone che hanno collaborato a questa iniziativa. Abbiamo avuto l'apporto di persone spesso assai distanti dalla politica, che prima mai si erano espresse su temi politici, sociali, timide rispetto all'impegno pubblico. Su questo tema hanno voluto mettere cuore e passione. Devo dire tante donne e tante ragazze". Per Dondeynaz, c'è stato anche un limite psicologico:  "Alcune persone non hanno voluto firmare perché hanno parenti che lavorano nel settore del turismo o degli impianti di risalita. C'è un timore a esprimersi contro il potere regionale, che è assai pervasivo".

La petizione sarà consegnata al Consiglio Valle all'inizio del mese di ottobre. "L'obiettivo è di obbligare il Consiglio regionale a confrontarsi con la richiesta di così tante persone di salvaguardiare il paesaggio. È un segno di incomprensibile arroganza che la Regione non abbia mai risposto alla richiesta del Cai e di altre associazioni ambientaliste di non dare seguito allo studio di fattibilità da 400 mila euro sul collegamento funiviario per non violare la legge. Non ci è mai stato risposto. Poteva essere una risposta interlocutoria. Invece, silenzio assoluto".

Piermario Reboulaz, presidente del Cai VdA, dice: "Vogliamo dare una visione diversa rispetto alle dichiarazioni roboanti" che prospettano "una nuova età dell'oro. Chi vuole l'impianto ha mezzi ampi, noi invece abbiamo solo passione e onestà intellettuale, senza gravare sulle tasche dei cittadini". E conclude con una battuta: "Non vorrei che questo impianto oscurasse il benessere portato dall'aeroporto, dall'aerostazione".

red.

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