oggi i tecnici glaciologi di Fondazione Montagna sicura hanno effettuato un sorvolo di tutti gli apparati glaciali presenti sul territorio valdostano.
Si tratta – secondo quanto ha spiegato l’Assessore competente - di un’attività che nell’ambito del Piano di monitoraggio viene solitamente svolta sui principali ghiacciai valdostani a fine settembre; quest’anno le eccezionali condizioni climatiche, con temperature molto elevate già da maggio e scarse precipitazioni invernali, impongono di anticipare una puntuale ricognizione sul territorio.
L’Assessore rimarca che all’attività di analisi effettuata anche tramite immagini satellitari è importante affiancare questa attività di osservazione tecnica, finalizzata a individuare eventuali segni precursori di situazioni di pericolo che aiutano a gestire, nella massima sicurezza possibile, eventuali situazioni di criticità.
La nostra Regione, con l’ausilio di tutti le parti coinvolte - dalle strutture regionali, a Fondazione Montagna Sicura ad Arpa VdA, alle Guide Alpine valdostane, all’ente Parco Gran Paradiso fino al nostro soccorso alpino e ai nostri Comuni si è dovuta porre come pioniera di un percorso di presa in carico dei rischi di origine glaciale, costituendo un vero e proprio Laboratorio scientifico che riunisce Enti di ricerca ed Università di eccellenza nell’ambito del monitoraggio glaciologico. La Valle d’Aosta con i sui 184 Ghiacciai rappresenta 1/3 della superficie glacializzata nazionale, è quindi strategica la scelta delle misure di monitoraggio messe in atto già dal 2012, laddove coesistono le incidenze con le aree abitate e le infrastrutture.
Il legame con il cambiamento climatico è evidente sotto molteplici aspetti. L’aumento delle temperature medie annue (variazione pluriennale) sta causando, a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, una forte contrazione di tutti i ghiacciai alpini, che possono trovarsi in condizioni di instabilità mai registrate prima. La maggiore presenza di acqua o l’esposizione delle fronti glaciali a ripidi pendii precedentemente coperti da ghiaccio sono due esempi di possibili cause di instabilità dei corpi glaciali. Inoltre, la grande siccità invernale e le alte temperature primaverili registrate quest’anno (variabilità annuale) si sono sommate alle mutazioni di lungo periodo, influenzando profondamente gli ambienti di alta montagna, dove ad oggi si registrano tra i più severi impatti del cambiamento climatico.
Nel sottolineare come, fra i vari tipi di rischi glaciali, quelli legati a degli accumuli idrici subglaciali o intraglaciali sono praticamente impossibili da individuare precocemente con le tecnologie attualmente utilizzabili all’interno di piani di monitoraggio a scala regionale, è necessaria comunque un’azione di osservazione tecnica sul territorio.
All’esito del sorvolo, i tecnici di Fondazione Montagna sicura e della Regione procederanno nei prossimi giorni alle opportune valutazioni delle situazioni rilevate, a garanzia della massima sicurezza possibile del territorio.