Altezza Massima raggiungibile: 300 m circa
Tempo di salita: Toccando le 2 cime: Guglia del Paradiso e La Torretta (5 h)
Tempo Totale (AR): Discesa a San Fruttuoso, da “La Torretta” e rientro in battello: 1 h
Dislivello: 400 m circa
Difficoltà: EE Percorsi attrezzati (similmente “Vie Avventura”)
Materiale occorrente: Pila per le gallerie e cordino per i principianti. Occorre però chiedere sempre l’autorizzazione all’Ente Parco scrivendo a: direttore@parcoportofino.it - labter@parcoportofino.it ed essere accompagnati da persona esperta, ma per vivere quest’esperienza unica che descrivo, ne vale sicuramente la pena!
Accesso in auto: Genova, Recco, Camogli, San Rocco (parcheggio a 1 Km dal paese)
Località di partenza: San Rocco
Località di arrivo: Camogli (in battello) rientro a piedi da Punta Chiappa o Camogli
Descrizione Itinerario: Dall’abitato di San Rocco incomincia il sentiero all’inizio turistico e lastricato. (Monumento al cane molto significativo e Chiesa situata presso l'omonima frazione e secondo alcune fonti già esistente dal XV secolo dedicata a San Rocco. L'odierna struttura fu costruita nel 1863 e solo nel 1935 divenne, tramite un apposito decreto arcivescovile del 17 aprile, parrocchia autonoma. La chiesa fu solennemente consacrata il 17 dicembre del 1963 dal cardinale e arcivescovo di Genova Giuseppe Siri.) Superata la Chiesa occorre tenere il sentiero basso senza lasciarsi intimorire dalle scritte di “Sentiero Difficile”, anche perché queste si riferiscano al Sentiero delle Batterie o Cala Dell’Oro, mentre la Via dei Tubi o Sentiero dell’Acquedotto è una vera avventura con scenari da favola sul Golfo Paradiso.
Traversato il paesino di Mortola ci si deve mantenere sul sentiero di destra (basso) senza prendere le diramazioni di sinistra verso il Semaforo Nuovo o al Monte di Portofino. Neanche bisogna prendere sulla destra la discesa turistica che indica Punta Chiappa. Superato un tratto con mancorrenti utili solo ai turisti (dopo una fontanella), si perviene ad un punto panoramico d’eccezione proprio sopra l’istmo di terra che caratterizza Punta Chiappa. (1 h dalla partenza considerato il Km a piedi su strada a traffico regolamentato per pervenire alla Chiesa di San Rocco). Da qui è ben visibile la Guglia del Paradiso (nome da noi dato al complesso delle “Bocche del Paradiso o Guglia delle Bocche”) che incombe austera sopra i nostri occhi. Dopo circa 150 m di alcuni resti di fortificazioni, un sentiero nascosto e non più segnalato vi fa salire in mezzo al folto fogliame in direzione della “Via dei Tubi”.
Si sale con la quasi sicura presenza delle capre “particolari” che caratterizzano questo parco, sino ad incontrare i tubi dell’acquedotto e la sicurezza che si è sulla strada giusta. Giunti a un bivio a destra si va alla prima galleria (cavi e mancorrenti, che non necessitano del Kit da ferrata ma solo assenza di vertigini); a sinistra si scavalca la prima galleria, puntando come consigliabile digressione alla Guglia su menzionata che si raggiunge dal retro per un breve caminetto (I° sup). Vista sul mare unica; esposizione massima. Tornati all’intaglio fare attenzione a una deviazione a sinistra per far rientro sulla “Via dei Tubi” subito alla fine della prima galleria. Segue un tratto “balcone” con stupenda vista sulla baia che interpone qualche passaggio esposto con maniglie per le mani.
Dopo un evidente curvone vi è il tratto più interessante del percorso che da lontano appare più difficile di quel che in realtà sia. Consta di un passaggio a sinistra del tubo, per non fare dell’inutile equilibrismo, sino a salire con alcuni scalini intagliati nella roccia sul sentiero che conduce ad una scaletta metallica posta poco sotto una catena. Niente di proibitivo. Può solo dare fastidio lo zaino che è meglio far calare a corda dai più esperti. Giunti al fondo della scaletta vi è un tratto esposto con corrimano (cavo e tubo) che conduce a un breve scalino roccioso su un corto traverso in vista della seconda galleria (l’unica obbligatoria). Essendo essa molto breve la pila è utile ma non indispensabile. Dopo di essa il sentiero corre a fianco del tubo con la presenza di numerosi corbezzoli (bacche rosse mangerecce durante il periodo di fioritura). Bisogna prestare solo attenzione a un tratto in cui occorre risalire di circa 10 m per riprendere l’acquedotto e non lasciarsi ingannare da una traccia che scende verso la Cala dell’Oro.
Da qui si segue fedelmente il sentiero che conduce all’ingresso della terza galleria. Se si opta per la digressione alla Torretta (indispensabile la presenza di Guide dell’Ente Parco, vedi sito: www.parcoportofino.it) evitare la galleria fiancheggiandola sulla destra sino ad incrociare nel punto massimo di salita, il sentiero che arriva dalla Cala dell’Oro e che dopo la “Via dei Tubi” resta il percorso più spettacolare (due corde fisse) e per il quale non occorre autorizzazione alcuna. S’inizia così a scendere verso San Fruttuoso (baia raggiungibile solo a piedi, in battello o in caso di soccorso da elicotteri autorizzati).
Si da sommaria descrizione del percorso solo a titolo informativo per raggiungere “La Torretta” ricordando che è necessario prenotare detta escursione con le Guide del Parco. Anche la traccia iniziale, situata nei pressi di una cancellata in legno, è poco visibile, come lo è tutta la prima parte, proprio per non indurre persone inesperte ad avventurarsi da soli (vi sono cartelli di divieto e si può incorrere in sanzioni con multa).
La traccia diventa buona dopo un’ansa rocciosa che sale in direzione di un evidente salto roccioso. Da qui inizia (segni gialli e rossi sbiaditi) una breve discesa sino a raggiungere le catene che attraversano un tratto molto esposto su placche inclinate. Dopo di questo si sale in diagonale verso un boschetto con ulteriore discesa con catene in un tratto scivoloso che conducono ad un pianoro che è il punto su cui si erge “La Torretta”.
Altre catene facilitano la breve arrampicata che porta sulla cresta, sempre accompagnati da catene, fino all’ingresso della Torre che in passato era utilizzata per l’avvistamento delle navi nemiche. Qui vi è un’effige della madonna e un libro di vetta racchiuso in un contenitore metallico quasi sempre deteriorato. Un foro permette con acrobatica arrampicata di salire sul soffitto della medesima con vista sul mare veramente unica. Senso d’isolamento totale. Rientro per la stessa via. Va anche detto a onor di cronaca che i cavi a volte vengono messi e tolti a discrezione delle Guide del Parco, ragione di più per non avventurarsi da soli senza permessi.
A tale proposito va aggiunto che il 18 novembre 2001 sono sceso con un permesso particolare per una dimostrazione atta a tutelare l’ambiente, alla Cala dell’Oro aprendo una via mai percorsa prima sulla parete che dà a picco sul mare in totale traverso assicurandomi solo con fettucce alle piante esistenti. Passi di III° e IV° isolati (ore 3 dalla Cala alla Torretta). Questo percorso essendo proibito se non per quel permesso particolare dimostrativo, si pensa non sia mai più stato percorso da nessuno e viene citato solo a onor di cronaca. Il Secolo XIX ne ha dato notizia il 4 dicembre 2001 a firma Giovanni Pastine (del CAI TAM Ligure).
Tornati in tutti i casi al sentiero principale per l’unica via escursionistica (EEA) esistente, si scende a San Fruttuoso; vero paradiso con la Chiesa che racchiude la vecchia statua del Cristo degli Abissi, la cui nuova effige è posta in fondo alle acque della baia. Il ritorno si compie in battello (tel. 0185/772091) per informazioni sugli orari.
Se si è lasciata l’auto a San Rocco senza provvedere a portarne una all’arrivo nei pressi di Camogli fin dove il traffico è consentito, si può optare per due soluzioni: Scendere col battello a Punta Chiappa e in 40 min ritornare a San Rocco su larga mulattiera e successiva scalinata che va ad incrociarsi al sentiero percorso nell’andata o scendere a Camogli e salire per una mulattiera sino a San Rocco pervenendo nei pressi della Chiesa Parrocchiale (1 h) e da qui in un Km al parcheggio consentito alle auto.