Clamorosa sentenza a Locri. Tredici anni e due mesi di reclusione. E' la condanna inflitta all'ex sindaco di Riace (Rc), Mimmo Lucano, dal Tribunale di Locri al termine del processo "Xenia". La procura di Locri aveva chiesto una condanna a 7 anni e 11 mesi. Lucano è finito sul banco degli imputati nell'inchiesta sulla gestione dei progetti di accoglienza. L'ex sindaco, nello specifico, era accusato, fra l'altro, di associazione a delinquere, truffa, concussione falsità ideologica e favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
In primo grado all'ex sindaco il doppio degli anni richiesti dall’accusa. Il doppio degli anni richiesti dall’accusa - 13 anni e due mesi di reclusione - e 500mila euro da restituire. La sentenza del tribunale di Locri contro Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, viene definita dai suoi legali “lunare”. Per gli avvocati Giuliano Pisapia e Andrea Dacqua la condanna inflitta al loro assistito è “esorbitante” e in contrasto “totalmente con le evidenze processuali”. Oggi conosciamo solo il dispositivo e non le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Ma è difficile capacitarsi di come si sia potuti arrivare a una pena così dura, spiegano ancora gli avvocati, “per un uomo come Lucano che vive in povertà e che non ha avuto alcun vantaggio dalla sua azione di sindaco di Riace e, come è emerso nel corso del processo si è sempre impegnato per la sua comunità e per l’accoglienza e l’integrazione”. Una pena che se messa a confronto, per esempio, con quella di Luca Traini, condannato per strage deopo aver sparato e ferito sei migranti a Macerata, lascia perplessi. Traini infatti deve scontare 12 anni di carcere, un anno e due mesi in meno di Lucano.
La vicenda parte il 2 ottobre 2018, quando la Guardia di finanza di Locri mette agli arresti domiciliari Lucano. Per gli inquirenti sono emerse irregolarità da parte del sindaco nell’organizzare “matrimoni di convenienza” tra cittadini del posto e donne straniere, al fine di favorire illecitamente la permanenza di queste ultime nel territorio italiano. Inoltre gli investigatori raccolgono elementi circa l’affidamento diretto, definito “fraudolento”, del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti senza le procedure di gara previste dal codice dei contratti pubblici. Due le cooperative sociali, la “Ecoriace” e L’Aquilone”, che secondo l’accusa, Lucano avrebbe favorito.
“La sentenza di condanna di primo grado arrivata oggi all’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, ci lascia alquanto attoniti – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – Si tratta di una sentenza davvero assurda e inaudita. Esprimiamo a Mimmo Lucano tutta la nostra solidarietà e restiamo convinti che il modello Riace sia un esempio di accoglienza, integrazione e inclusione sociale, solidarietà e rigenerazione territoriale da difendere e che dovrebbe essere replicato. Il nostro auspicio è che questa brutta vicenda giudiziaria sia chiarita al più presto nei successivi gradi di giudizio”.
«Oggi Riace è tornata nel degrado e totale abbandono», sottolinea la portavoce Silvia Stilli, «Per quello che interpretiamo dalla pena indicata e leggiamo dalle notizie dei media, ci pare che non ci sia stata la dovuta attenzione alle ragioni della solidarietà e sia stata scelta una lettura del ‘fare bene’ a nostro parere sbagliata. Per questo è sempre più urgente che si apra un confronto su cosa significhi ‘accogliere’ in percorsi inclusivi, dando vita ad un cambiamento rigenerativo di luoghi e comunità. Per trovare insieme, istituzioni e società civile, le strade certe e autorevoli da intraprendere. Pur ribadendo la piena fiducia nel lavoro della magistratura, auspichiamo che la sentenza di primo grado possa essere riesaminata, avendo la certezza che la pena indicata possa essere cancellata. Colpire così duramente Mimmo Lucano significa oggi rimettere in discussione i valori della solidarietà nel loro più ampio significato, che sono i nostri».
Scandaloso il commento di Matteo Salvini: "La sinistra va a caccia dei gay nella Lega e candida i condannati". L'attacco sui social simile a quello del 2018 quando era ministro.













