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CRONACA | 13 aprile 2021, 11:00

Tra polemiche e smentite tiene banco in Valle il 'caso vaccini' e mercoledì arriva Figliuolo

Tra polemiche e smentite tiene banco in Valle il 'caso vaccini' e mercoledì arriva Figliuolo

Assessori, consiglieri regionali e comunali nonchè in certi casi alcuni loro familiari, poi tutto o quasi il personale amministrativo Usl, tanti volontari di diverse associazioni, diversi insegnanti in pensione. Ci sono anche questi nella categoria 'Altro' della campagna vaccinale in Valle d'Aosta, sulla gestione della quale la Procura di Aosta ha acceso i riflettori per verificare se qualcuno ha realmente 'saltato' la fila e si è vaccinato indebitamente al posto qualcun'altro. Fatto sta che di ultraottantenni - quelli per i quali i vaccini è stato detto sono indispensabili - ne sono stati vaccinati pochissimi come già evidenziato dalla nostra testata prima ancora dell'avvio dell''inchiesta.

In questi giorni sono circolate, soprattutto nel sottobosco 'social', polemiche e critiche nei confronti di esponenti politici e di altre categorie istituzionali che in questo senso avrebbero fatto i 'furbetti'.

"No - ha smentito seccamente ieri in conferenza stampa il direttore generale della Usl VdA, Angelo Michele Pescarmona - qui in Valle non ci sono stati 'furbetti' del vaccino. La voce 'Altro' ha finora avuto la percentuale più elevata perchè la vaccinazione è partita il 27 dicembre con Pfizer, il 10 febbraio è arrivato il vaccino Astrazeneca che, allora, poteva essere utilizzato esclusivamente per i soggetti con età compresa tra i 18 e i 55 anni, che appartengono proprio alla categoria 'altro' e, infatti, delle circa seimila dosi di Astrazeneca somministrate nella regione oltre 3.500 sono andate a persone che rientrano in questa voce".

E poi, ha detto Pescarmona, "il vaccino Pfizer inizialmente è stato inoculato sulla base di un portale che ha stratificato la popolazione secondo le diverse fragilità e cronicità e non solo del criterio dell'anzianità".

Per quanto riguarda alcuni assessori, la decisione di vaccinarsi oltre i 60 anni di età è stata presa dall'Ufficio di Presidenza della Giunta regionale; in altri casi le persone da vaccinare sono state sorteggiate dalla stessa Usl già a febbraio e marzo: è il caso di due consiglieri comunali che prima di accettare e sottoporsi alla vaccinazione avrebbero anche accertato l'insussistenza di corsie privilegiate ("contesto le modalità di selezione dei vaccinati ma se non vi è stato alcun tipo di favoritismo posso capire che uno accetti di farsi vaccinare anche non essendo anziano o particolarmente fragile", ha commentato uno dei sorteggiati). Considerati 'a rischio' invece tutti i dipendenti della Usl, a contatto o meno con gli utenti o con ambienti strettamente sanitari, così come le insegnanti in pensione e rappresentanti delle Forze dell'ordine magari non in stretto contatto con la 'strada'. Poi c'è chi è stato chiamato perchè in lista come 'sostituto' di chi si è rifiutato di vaccinarsi con Astrazeneca: chi nei giorni dei 'lotti sospetti' si è 'sprenotato' è stato sostituito da altri che hanno accettato il vaccino, in base a un elenco stilato dall'azienda sanitaria.

Dunque se errore c'è stato nella campagna vaccinale, al momento non pare esserne minimamente responsabile alcuno dei 'fortunati' vaccinati: a quanto è dato oggi sapere nessuno di loro si sarebbe adoperato direttamente per prendere il posto di altri più bisognosi di copertura sanitaria. Contestazioni - non necessariamente penali - potrebbero invece essere mosse a vertici, dirigenti e funzionari dell'Azienda sanitaria valdostana.

Intanto il generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario per le misure anti-Covid e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, mercoledì 14 aprile saranno in visita ad Aosta. Sono attesi nel pomeriggio, verso le 16, al Polo vaccinale allestito al Palaindooor di Aosta. Ad accompagnarli nella visita sarà l'assessore regionale alla sanità, Roberto Barmasse, essendo il Presidente Lavevaz ancora positivo al Covid.  La visita rientra nel 'tour' che l'alto ufficiale sta compiendo nelle regioni italiane ma fonti vicine alla Protezione civile nazionale affermano che a Roma è emerso un certo nervosismo nei confronti della Valle d'Aosta, che ha chiesto con insistenza sempre più vaccini e poi quelli arrivati, almeno nella prima fase, sarebbero stati destinati solo in minima parte agli anziani e alle persone più a rischio.

pa.ga.

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