La porta est di Aosta è deturpata da una fatiscente proprietà privata che comprende persino un prato adibito discarica di materiale vario. L’assurdo, se di assurdità si può parlare, è che l’aera dista poche decine di metri dal comando della polizia che dovrebbe far rispettare il regolamento comunale. Una situazione che non ha giustificazioni di sorte. E dal silenzio che si diffonde dal palazzo municipale si colgono solo le note della compiacenza.
Se la porta est di Aosta è tanto degradata da turbare anche i residenti, oltre che i turisti, la Porta ovest, in piazza della Repubblica, è uno stupro alla decenza urbana. Un biglietto da visita che lascia sconfortati. Descrivere il disordine, il caos, la sporcizia, lo stato di abbandono di alcune aree del cantiere, la recinzione che, con tutto rispetto, pare delimitare un campo di profughi è impossibile. E le fotografie riescondo a dare un’immagine del cantiere di gran lunga inferiore alla realtà. Una realtà che si vede da ogni dove.
Eppure si tratta di un cantiere pubblico. Quod a capite foetet piscis calza a pennello al cantiere della nuova università. Infatti, il male ha origine in chi sta in alto, in chi comanda. E se è così come si può pretendere che i cittadini si prendano cura e rispettino la cosa pubblica quando la politica non rispetta il bene di tutti e che tutti paghiamo?
In una nota, Giovanni Giradini, Presidente di Rinascimento VdA, ha spiegato che “La struttura obsoleta prima di essere agibile è assordante l’assoluto silenzio da parte della Regione e del Comune, del Consiglio dell’Università e della Partecipata regionale SIV, è di tutta evidenza come l’area su cui insiste la nuova Università della Valle d’Aosta e relativo parcheggio sia assolutamente centrale rispetto alla Città con enorme impatto visivo e logistico sulla stessa”.
E l’impatto visivo è davvero desolante e mortifica un’intera città e una zona della città di per sé già abbandonata.
Le poisson pourrit toujours par la tête, ma a pagar dazio è tutta la comunità che continua a spendere soldi per una struttura che sta facendo la fine della ristrutturazione dell’ex cinema Splendor che è costata un patrimonio, per non parlare dell’area megalitica di Saint Martrin de Corleans, i sacchi di sabbia che fanno bella mostra alla Porta Praetoria e tanto per non farci mancare nulla la stazione dell’aeroporto Corrado Gex – ma riguarda Saint Christophe - che si è trasformata in una selva di arbusti, piante ed erbacce: E ancora il centro polivalente di via Brocherel che pare essere una moderna Torre di Babele.
Il sindaco Gianni Nuti dovrebbe costituire, se non l’ha già fatto, una unità operativa per verificare lo stato dei cantieri, pubblici e privati, ed elaborare un programma di definizione.
Costituisca uno specifico gruppo di lavoro che si occupi costantemente dei cantieri abbandonati è atteso da tanti cittadini che segnalano il degrado di alcune aree, dove magari è pericoloso giocare a pallone o girare in bicicletta.
Il decoro della nostra città è una cosa che pare dimenticata da anni; gli anni del buco nero di Aosta. Il sindaco Nuti affronti il problema a viso aperto, con molta concretezza. Certo il Comune ha pochi strumenti e sicuramente insufficienti per risolvere un problema dovuto alla pesante crisi edilizia degli ultimi anni.
Gianni Nuti 'occupi' la Regione perché i magnifici 35 d’oro predispongano un piano regionale per le opere incompiute disseminate in Città e nella Valle. Ma nel frattempo il Consiglio Comunale e la sua Giunta operino per quello che possono fare e facciano rispettare i regolamenti comunali che pure ci sono ma sono disattesi. E nonostante questo i dirigenti incassano i premi di risultato. Che al momento è l’indecenza di troppe aree della città.


















