Bandiere a mezz'asta a Palazzo regionale, dove oggi in apertura dei lavori del Consiglio Valle è stata celebrata la Giornata della Memoria in ricordo del 27 gennaio 1945, data di abbattimento dei cancelli di Auschwitz.
"La giornata è stata istituita con la legge 211 del 2000 per ricordare lo sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali e tutti coloro che sono stati discriminati dal regime nazi-fascista perché considerati diversi - ha detto il Presidente del Consiglio regionale, Alberto Bertin - oltre alla persecuzione ebraica, nel mirino del regime vi erano i Rom, gli omosessuali, i disabili. Ma c'erano anche tutti quelli che la pensavano diversamente: gli antifascisti che si opponevano al regime per motivi politici. Oggi, sempre secondo lo spirito della legge del 2000, ricordiamo anche i giusti. Coloro che hanno aiutato i perseguitati, anche a costo della loro vita. Perché è proprio questa legge che ci ricorda che insieme alla memoria dobbiamo coltivare il senso dell'agire, la capacità di non distogliere lo sguardo di fronte alle tante discriminazioni che incontriamo, anche nella nostra vita quotidiana".
Ha aggiunto il Presidente della Giunta, Erik Lavevaz: "La situazione che stiamo vivendo ci impedisce di realizzare molte delle iniziative che negli scorsi anni hanno accompagnato questa ricorrenza. Il desiderio di confronto e condivisione, in particolare con il coinvolgimento delle scuole, si scontrano con l’impossibilità di organizzare occasioni di incontro dal vivo, di vicinanza. Ma quello di ricordare è un nostro compito fondamentale, ancora di più in questi tempi frenetici e concentrati sull’oggi".
Lavevaz ha esortato l'Assemblea affinché "questo ricordo rimanga vivo e forte: rendiamo omaggio a tutti coloro che sono stati perseguitati per la propria appartenenza, per la loro essenza, per le loro idee. La Shoah, le leggi razziali e le deportazioni hanno scritto una delle pagine più tristi della nostra storia come cittadini europei. È giusto e necessario, quindi, concentrarsi sulla memoria. Tutti noi che veniamo eletti abbiamo il compito di consegnare alle nuove generazioni i racconti e le testimonianze di ciò che è stato, perché tutto non si ripeta. Oltre ai cinici revisionismi, la memoria ha un altro nemico: il tempo frenetico, che ci fa inseguire la quotidianità e ci fa perdere il senso del tempo stesso. Anche per questo è giusto fermarci, riflettere".













