"Al termine dell'ennesima riunione notturna, il Governo Conte ha estratto dal cilindro e imposto alle Regioni con un semplice comunicato stampa la data di lunedì 11 gennaio per la riapertura delle scuole al 50% in presenza. Ci vediamo costretti nostro malgrado ad accogliere passivamente questa decisione dopo che per oltre un mese ci era stata garantita la riapertura giovedì 7 gennaio e noi eravamo pronti con le aule e con i mezzi di trasporto".
Commenta così ad Aostacronaca lo slittamento della ripresa in classe delle lezioni dalla seconda media alle superiori l'assessore regionale all'Istruzione, Luciano Caveri, che spiega come sia stato un gesto di responsabilità istituzionale "far buon viso a un'imposizione dall'alto alla quale non ci opponiamo anche perchè le Regioni possono modificare i Dpcm solo con ordinanze 'peggiorative' il che qui significava dilatare ulteriormente i rientri in classe e proprio non ci sembrava il caso".
E a chi sostiene che la legge regionale 11 del 9 dicembre scorso consentirebbe alla Giunta di 'forzare' l'apertura al 7 gennaio, Caveri ricorda che "mercoledì 13 la Consulta deciderà sulla costituzionalità della nostra legge; gonfiare i muscoli ora, a così pochi giorni dal pronunciamento, avrebbe potuto essere interpretato come un atto di sfida, mentre noi pur ribadendo la nostra contrarietà al posticipo vogliamo cercare di mantenere un atteggiamento collaborativo e propositivo con il governo centrale".