Con Renzo Testolin, Consigliere regionale eletto assessore che per una strana congiuntura giudiziaria si è trovato ad dover svolgere le funzioni di Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta, non siamo mai stati teneri o accondiscendenti. Non condividevamo quel suo tentennamento nell’assumere le decisioni nell’ anteprima Covid, nel corso della pandemia e nella parabola discendente del virus.
Ma ora è doveroso e onesto rendere a Cesare quel che è di Cesare e a Testolin quel che è di Renzo Testolin al quale la Valle d'Aosta ed i valdostani devono riconoscere la sua integrità morale, etica e politica.
Ha saputo tenere la barra a dritta quando c’era chi nella sua Giunta e, soprattutto, nella sua pseudo maggioranza, faceva di tutto perché la fragile zattera andasse a cozzare contro gli scogli della grave crisi economica e sociale vissuta nei mesi scorsi e ancora pesa su famiglie e imprese valdostane.
Ha dimostrato, condivisibile o no, il coraggio che gli è stato dato dalla convinzione che l’interesse maggiore era ed è la Valle d’Aosta. Un coraggio davvero fuori dal comune. Ha dimostrato il coraggio di chi sa di avere timore di affrontare un impegno ma lo affronta. A differenza dei temerari che affollavano la sua zattera che non sentendo la paura della difficile situazione rischiavano di far danni.
Tutto questo nonostante le sue condizioni fisiche che, si è visto in questi mesi, si sono affievolite a causa dello stress, della fatica, degli impegni dei colpi bassi che gli giungevano da destra e a manca. Colpi a tradimento inferti da chi diceva di sostenerlo ma nei fatti lo avversava; lo avversava non sul piano politica a per velleità poltronali.
Non ricordo dove ma ho letto una frase che mi ha intrigato: “La grandezza dell’uomo di valore sta proprio nel saper dare e ricevere, nell’agire e nell’attendere, nell’essere mite e forte”.
Una frase che è come un abito prêt-à-porter per Renzo Testolin il quale, oltretutto, deve la sua forza all’umiltà che lo contrassegna così come la sua ostinata pervicacia e puntigliosità nello svolgere il proprio mandato. A molti addetti ai lavoretti di bassa politica queste sue doti non sono piaciute e per la verità hanno alimentato tante critiche e polemiche.
Certo non è un trascinatore; certo non è un condottiero; certo non è un generale. Ma sicuramente ha dimostrato di essere un cauto calcolatore al servizio della comunità. Sun Tzu, un generale cinese, vissuto in Cina fra il VI e il V secolo a.C., il più celebre stratega militare. Nel suo testo, ‘L’Arte della Guerra’, studiato ancora oggi nelle accademie militari, si legge: “Chi calcola molto certamente vincerà. Chi calcola poco avrà esito incerto. Chi non calcola affatto certamente perderà”.
Penso che in questi mesi di covid abbia calcolato molto su come affrontare la pandemia e a distanza di mesi sono più i meriti che i demeriti che può condividere con Luigi Bertshy, assessore alle Politiche del Lavoro che molto ha fatto per far uscrire la Valle e l'economia valdostana dalla crisi causata dal covid-19. Tutto grazie anche alle tante professionalità presenti nei reparti dell’ospedale di Aosta, nell'amministrazione regionale.
Insomma ha governato e deciso con la consapevolezza che ciò che faceva per gli altri lo faceva anche a sé stesso. E questa è una grande dote. Una dote non comune perché il faro della politichetta nostrana la priorità è l’ego e non la Petite Patrie. “Cerca di diventare non un uomo di successo ma piuttosto un uomo di valore” diceva Albert Einstein. Una massima che pare abbia ispirato l’azione politica di Renzo Testolin.
“C'è una sola prova infallibile per misurare un uomo: il dolore. Migliora i buoni e peggiora i cattivi”, ha scritto Vittorio Buttafava. Per questo oggi Renzo Testolin lo si deve misurare per il dolore fisico che affronta con grande dignità, nonostante la sofferenza, che se possibile ha fatto scoprire l’uomo che è a chi poco lo conosceva e meno ancora lo considerava.