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CRONACA | 28 luglio 2020, 21:21

Torna la preoccupazione coronavirus anche in Valle

Laniece 'Non possiamo vanificare lo sforzo che è stato compiuto dagli italiani. Per questo è giusto prorogare di alcuni mesi lo stato d'emergenza'

Torna la preoccupazione coronavirus anche in Valle

I nuovi dieci casi di coronavirus registrati in Valle d'Aosta nelle ultime 24 ore destano preoccupazione. Soprattutto per via del caso accertato nella microcomunità di Introd dove un ospite è risultato positivo. Il personale e gli altri 22 ospiti della microcomunità sono stati sottoposti al tampone. Le visite da parte dei familiari sono state inoltre sospese in via precauzionale.

L'ospite risultato positivo era già posto in isolamento preventivo all'interno della microcomunità dopo essersi recato in una struttura sanitaria, quindi il personale che se ne prendeva cura era tenuto - già prima dell'esito del tampone - ad adottare le stesse misure di sicurezza previste nei casi di pazienti positivi.

Altrettanto preoccupante è il focolaio accertato in un alpeggio di Nus dove sono risultati positivi tre componenti della famiglia titolare dell'azienda agricola e quattro lavoratori stranieri. Ora tutti in isolamento. Altri quattro familiari sono stati sottoposti al test ed è in corso l'attività di contact tracing per individuare ulteriori eventuali contatti. Sono dunque in corso le operazioni di screening riguardante le persone che possono essere venute a contatto con i nuovi 10 positivi al Covid-19.

Aumentano i contagi e vittime da coronavirus in tutta Italia - con tamponi quasi raddoppiati - e la pandemia ferma la Notte della Taranta in Salento, un appuntamento affollatissimo dell'estate.

La preoccupazione ha fatto dire al senatore Albert Laniece (Uv): "Non possiamo vanificare lo sforzo che è stato compiuto dagli italiani. Per questo è giusto prorogare di alcuni mesi lo stato d'emergenza". Per il Senatore, intervenuto in aula dopo le comunicazioni del Presidente Conte, “fino al giorno in cui ci sarà il vaccino per tutti saremo nella convivenza col virus. E ricordiamoci - ha proseguito Lanièce - che nei i paesi dove i casi non diminuiscono, dagli Stati Uniti, al Brasile al Regno Unito, molte decisioni sono state prese in contrasto con il parere dei comitati tecnico-scientifici".

Una buona notizia giunge dal  gesto di riconoscenza nei confronti di chi ha combattuto, in prima linea, contro il coronavirus: l'Associazione artistica 'Io creo' ha consegnato all'azienda Usl della Valle d'Aosta 750 cuori realizzati dagli artisti-hobbisti di tutta Italia durante la pandemia, con materiali disponibili nelle loro abitazioni e pensati secondo le proprie capacità artistiche e con le tecniche a loro più congeniali.

"Tutti i Cuori sono stati raccolti da volontari in svariate città italiane e vengono donati agli ospedali in segno di solidarietà, gratitudine e ringraziamento sincero", ha spiegato Cristina Campana, referente regionale dell'associazione in una cerimonia tenutasi davanti all'ospedale Parini di Aosta.

red

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