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Consiglio Valle Comuni | 30 novembre 2019, 22:19

In 616 parole la nuova savana del Leone rampante

Congela fusione movimenti autonomisti, rallenta su elezione diretta del Presidente della Giunta, nessun accordo con populisti e sovranisti, rilancia lo spirito unionista, si rimette al centro della politica valdostana

In 616 parole la nuova savana del Leone rampante

Il progetto di Erik Lavevaz e Aurelio Marguerettaz che ha avuto il via libera all'unanimità dei poco meno dei 250 delegati che hanno riempito la sala della Bcc Valdostana di Gressan, teatro del congresso ordinario annuale dell’Uv, è sicuramente ambizioso, per certi aspetti coraggioso che se realizzato rimette al centro del quadro politico valdostano il Leone rampante.

I congressisti hanno approvato una mozione nella quale "avendo preso atto della difficoltà di continuare un percorso federativo con le altre forze autonomiste" e constatata "la necessità di rilanciare lo spirito unionista", impegnano il presidente e tutte le sezioni a fare uno sforzo corale per promuovere l'Union valdôtaine che resta al centro dello scacchiere politico della nostra regione''. Una centralità che dovrebbe partire proprio dal di dentro. Infatti nella mozione si legge: “Impegna gli eletti a riconoscere la centralità del Movimento”.

Il Congresso si è poi dato la carica impegnando “le Président, le Comité Fédéral, le Conseil Fédéral, toutes les sections et les élus à tout niveau à un effort extraordinaire pour le 2020, pour relancer l’Union Valdôtaine dans le futur, et pour un réel renouvellement des méthodes et de contenus de l’activité politique”. E’ chiaro approvare i documenti è una cosa darne attuazione è un’altra.

Se fino ad oggi l’Uv è stata nell’ombra come potrà rimettersi a favore di vento? Lavevaz ha detto di essersi convinto “che un nuovo slancio identitario sia necessario. Negli anni abbiamo imbarcato tanti senza andare per il sottile per qualche voto in più. Oggi l'identità culturale e i valori devono tornare a essere imprescindibili". Ma nelle sue interviste Lavevaz ha usato solo la lingua italiana.

Di più, per Lavevaz lo slancio identitario “passa per la credibilità della politica”. Ma la credibilità si conquista sul campo, con il savoir faire, con la coerenza e la corretteza. Lavevaz ha comunque ragione quando dice: “Il nostro Movimento non può essere messo in discussione. Non possiamo, per facilitare la strada a qualcuno, rinunciare alla nostra storia e al nostro simbolo".

Chiaro il riferimento al disegno di Alpe e Uvp, vicini alla fusione e alla costituzione di un nuovo soggetto politico autonomista. E per le comunali il congresso ha indicato la strada maestra: “Toutes les sections, en vue des élections municipales de 2020 à évaluer avec attention les alliances à aborder, sans vouloir donner des indications forcées, le Congrès demande de retenir préférables des accords qui concernent des mouvements autonomistes et à éviter des accords avec les forces nationalistes ou populists”.

E infine la missione di tutti gli aderenti e simpatizzanti: "lavorare sul territorio per riconquistare la fiducia di chi si è allontanato dalla nostra famiglia ma che continua a condividere i nostri ideali e i nostri obiettivi".

pi.mi.

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