Di Guido Cossard*
La tradizione vuole che siano le lacrime del santo che solcano il cielo e che per questo motivo siano visibili nella notte di San Lorenzo, il 10 agosto. In realtà la scienza ci fornisce una spiegazione meno sentimentale ma decisamente più rigorosa: la cometa periodica Swift-Tuttle ogni 133 anni passa nel punto della sua orbita più vicino al Sole, consumandosi un po’ di più tutte le volte e depositando del materiale sulla sua orbita.
L’ultimo passaggio della cometa è avvenuto nel dicembre del 1992 e il prossimo avverrà nel 2126. Quando la Terra incrocia l’orbita della cometa, il materiale depositato viene attirato dalla gravità terrestre e precipita sul nostro pianeta. Particelle anche piccolissime, grandi come un granello di sabbia, sono in grado di produrre scie impressionanti, visto che possono venire a contatto dell’atmosfera con velocità di oltre 200.000 chilometri all’ora, producendo così lo spettacolare fenomeno.
Il momento di massimo avvicinamento della Terra all’orbita della cometa cade, a dispetto della tradizione, nella notte tra il 12 e il 13 agosto. Questo è dunque il momento migliore per tentare un’osservazione, rigorosamente a occhio nudo.
Durante il picco le meteore potrebbero attraversare la volta celeste a decine, mediamente, se il cielo è molto buio, tra 50 e 100 all’ora. Siccome quest’anno la luce della Luna disturberà le osservazioni, conviene pazientare e osservare a notte inoltrata, dopo la mezzanotte, in modo che la Luna sia tramontata o almeno bassa sull’orizzonte.
La direzione consigliata è verso nord-est, in direzione della costellazione di Perseo, dalla quale prende il nome lo sciame di meteore, che si chiamano appunto Perseidi.
E’ importante sottolineare che la frequenza massima teorica di stelle cadenti è prevista nella notte tra il 12 e il 13, però tutte le notti tra il 9 e il 15 agosto sono adatte per osservare qualche brillante meteora.
*Guido Cossard, Fisico, è presidente dell’Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana.
In considerazione del contributo da lui dato nel campo dell’archeoastronomia, nel 2005 la International Astronomical Union (IAU) gli ha dedicato il pianetino (4993) 1983 GR, che da allora si chiama Cossard, con la seguente motivazione: Italian archeoastronomer Guido Cossard (b. 1958) made a big contribution to the study of megalithic sites located in Valle d'Aosta, in particular on the interpretation of several engravings with astronomical meanings found there. Of particular importance is his work on the Coligny calendar dating back the Celtic period. [Ref: Minor Planet Circ. 53952]
Guido Cossard, Fisico, è presidente dell’Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana.