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Consiglio Valle Comuni | 24 gennaio 2019, 10:34

Ai valdostani costa cara l’antimafia dei nostri politichini

Invece di scrivere lapalissiane affermazioni potevano dedicare parte del loro tempo - che costa tanto caro ai valdostani - per difendere la dignità e la libertà del Comune di Saint Pierre da chi, senza conoscere fatti e accusa, si è lanciato in demagogiche proposte di scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose

Ai valdostani costa cara l’antimafia dei nostri politichini

A spanne, per ogni adunanza del Consiglio Valle i consiglieri costano ai valdostani poco meno di 5mila euro visto che la spesa annua del Consiglio Valle sfiora i 6 milioni di euro.

Bene! Ieri i nostri politichini, non tutti ovviamente, si sono esibiti in sproloqui sulla legalità e l’antimafia che ha sfiorato il ridicolo se il problema non  fosse serio come quello dell’arresto di un loro collega e di altri due amministratori comunali tutti accusati di essere contigui alla ‘ndrina valdostana con radici a San Luca in provincia di Reggio Calabria.

I nostri 35, quasi tutti, si sono esibiti in sconclusionati intereventi segnati dalla più assoluta ignoranza sui fatti e sulle motivazioni che hanno portato all’arresto. Uno spettacolo avvilente che fa il paio con il rinvio di tanti argomenti iscritti all’ordine del giorno. Rinvio forse dovuto all’affaticamento accumulato ieri per sparare su chi non poteva replicare e redigere una mozione con la quale illuminano i valdostani sull’impegno del Consiglio contro l’illegalità.

Una mozione dal roboante titolo “sostegno alla lotta contro la criminalità organizzata” che ai valdostani è costa quasi 170mila euro articolata in 800 caratteri, pari a 108 parole con le quali i politichini si dicono cosa devono fare. Con grande coraggio i politichini esprimono “la propria fiducia e della comunità valdostana nell'operato della Magistratura e delle Forze dell'ordine nella lotta contro la criminalità organizzata anche a tutela della credibilità e dell'onorabilità delle Istituzioni valdostane”.

Non sanno forse che se le istituzioni hanno perso credibilità è causa di comportamenti passati e presenti di chi le occupa? 170mila euro per ribadire “l'assoluta convinzione che la società civile, il mondo economico e le istituzioni valdostane debbano essere immuni da infiltrazioni criminali”. Una constatazione da candidare al premio Nobel per l’ovvietà. Ma come non bastasse hanno avuto la spudoratezza di scrivere nella mozione: “Per questo devono essere adottate tutte le misure necessarie per contrastare qualsiasi tentativo di condizionamento esterno a tutela della legalità dell'attività amministrativa e politica a tutti i livelli”.

Ma fino ad oggi cosa hanno fatto questi signorotti che ci costano quasi 6 milioni all’anno? E poi la chicca dei nostri moralizzatori da moralizzare: “Il Consiglio esprime preoccupazione per i fatti e censura l'adozione di metodi e atteggiamenti lesivi della libertà di scelta e della dignità degli elettori valdostani”. Ma quali fatti? ma quale dignità? Ma quale libertà?

Invece impiegare un giorno per scrivere lapalissiane affermazioni potevano dedicare parte del loro tempo - che costa tanto caro ai valdostani - per difendere la dignità e la libertà del Comune di Saint Pierre da chi, senza conoscere fatti e accusa si è lanciato in demagogiche proposte di scioglimento del Consiglio Comunale per infiltrazioni mafiose.

Infatti, il Presidente della Commissione antimafia, Nicola Morra, ha detto: “La prefettura valuterà la possibilità di scioglimento del Consiglio comunale di Saint Pierre”. Una considerazione al momento senza alcun supporto di fatti accertati e confermati.

Stupefacente che nessuno abbia proferito parola in occasione dell’inchiesta  che ha coinvolto il Direttore dell’Ufficio tecnico di Valtournenche. Ma per tornare alle vicende di ieri che hanno coinvolto con l’arresto un consigliere regionale, un consigliere comunale di Aosta e un’assessore di Saint-Pierre, hanno fatto venire il voltastomaco le intempestive sentenze di condanna, di sospensione e di quanto altro immaginabile.

Nessuno ha pensato che ogni provvedimento giudiziario è condizionato, anche, dal contesto ambientale e di conoscenze. Tutti hanno dimenticato l’era di Mani Pulite. Ma stupisce che nessuno si ricordi delle recente richieste di arresto nei confronti di consiglieri regionali. Richieste che sono state respinte dal Gup di Aosta che bene conosce la nostra realtà.

Se quelle richieste di arresto fossero giunte da Torino forse i destinatari sarebbero stati arrestati.

Otto von Bismarck diceva: “Non c’è vocabolo di cui non si sia oggi fatto così largo abuso come di questa parola: libertà. Non mi fido di questo vocabolo, per la ragione che nessuno vuole la libertà per tutti; ciascuno la vuole per sé”.

pi.mi.

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