La complessa 'vicenda Casino' ha quasi saturato le potenzialità istruttorie del piccolo ufficio della Procura della Corte dei conti di Aosta, ma non le ha, comunque, esaurite. A dirlo, nella sua relazione all'inaugurazione dell'Anno Giudiziario 2018 svoltasi nell'Aula Magina dell'Università valdostana, nonchè ai microfoni di Aostacronaca.it, è il magistrato contabile Roberto Rizzi, procuratore della sezione valdostana della Corte dei conti.
Oltre alla maxi inchiesta sulle erogazioni alla Casa da gioco di Saint-Vincent, nel 2017 la procura ha trattato 494 procedimenti pendenti, ha aperto 67 nuovi fascicoli istruttori e ha redatto un minuzioso appello incidentale sulla sentenza relativa all'inchiesta sui gruppi consiliari per i cosidetti 'costi della politica'.
Nella relazione del procuratore, però, l'istruttoria sull'affaire Casino è certamente protagonista: Rizzi ripercorre alcuni passaggi importanti che hanno condotto all'atto di citazione nei confronti di 21 tra assessori e consiglieri regionali e un dirigente dell'Amministrazione, con una richiesta di risarcimento di danno erariale da 140 milioni di euro. Ad esempio, il magistrato ricorda che "la gran parte delle risorse confluite sul Casino è stata reperita attraverso complesse ed estremamente articolare operazioni di drenaggio compiute, sotto la regia della Regione, sulla controllata di secondo livello Compagnia Valdostana delle Acque-Cva Spa".
Ma per Rizzi, o meglio per l'ufficio della procura contabile, finanziando il Casino l'Amministrazione regionale ha di fatto finanziato "un'impresa controllata che presentava palesi segnali di gravissima sofferenza, con indicatori di debolezza strutturale che compromettevano irrimediabilmente l'attitudine alla autonoma sopravvivenza nell'immediato e rendevano inverosimile ogni più benevola prospettiva di recupero nel futuro".
E poi: "Sorprende che la prospettiva della quotazione sul Mercato telematico azionario di borsa italiana" della Cva", "un soggetto imprenditoriale dinamico e capace di portare avanti una gestione profittevole, seppure con qualche opacità strategica (come la vicenda dell'acquisto di turbine ed altro materiale idroelettrico di provenienza cinese sembra dimostrare), non costituisca un freno alla voracità della Regione".
Qui il riferimento di Rizzi è agli 80 milioni di euro della Cva a cui la Regione ha attinto tra il 2012 e il 2015, per finanziare il Casinò. E a Cva, inoltre, "anche più di recente si è fatto ricorso per l'ulteriore ed integrale finanziamento (27,2 milioni di euro) del nuovo piano di ristrutturazione del Casinò".













