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CRONACA | 20 dicembre 2025, 08:02

Strattoni, insulti e crudeltà: anziana maltrattata nella microcomunità, due oss sospese

Accuse terribili scuotono la Notre Maison di Valtournenche. Le indagini dei carabinieri del Nas rivelano episodi di violenza e umiliazioni contro un’anziana fragile: l’orrore dietro le mura di una struttura che doveva proteggere

Strattoni, insulti e crudeltà: anziana maltrattata nella microcomunità, due oss sospese

Quando giovedì mattina i carabinieri del Nas hanno fatto irruzione nella microcomunità Notre Maison di Valtournenche, le due operatrici socio-sanitarie non potevano immaginare che il loro mondo sarebbe crollato in un istante. Arrivate come ogni giorno per assistere gli anziani, si sono trovate davanti i militari con un’ordinanza del Gip di Aosta: divieto temporaneo di esercizio dell’attività professionale. Il motivo? Accuse di maltrattamenti gravissimi su una paziente ultraottantenne, fragile e non autosufficiente.

Le immagini raccolte dagli investigatori mostrano un quadro raccapricciante: strattoni nel letto, insulti continui, umiliazioni sistematiche, episodi in cui l’anziana sarebbe stata costretta a portare al volto le proprie feci dopo essere stata maneggiata brutalmente. Gli inquirenti parlano di “accanimento e crudeltà”. Le intercettazioni e i video documentano un tormento quotidiano inflitto a chi non poteva difendersi, un abisso di violenza dentro ciò che doveva essere un luogo sicuro.

La procura aveva chiesto il carcere, ma il Gip ha optato per la sospensione dall’attività. Il resto del personale, lodato dall’Unité Mont-Émilius per la dedizione e la professionalità, ora si trova a gestire il carico lasciato dalle colleghe sospese, mentre la comunità guarda sconvolta. Gabriella Sortenni, segretario generale dell’Unité, definisce la vicenda circoscritta a due “mele marce”, ma la domanda rimane: come è stato possibile che simili violenze passassero inosservate per così tanto tempo?

L’assessore regionale alla Sanità, Carlo Marzi, rassicura sul buono stato degli altri ospiti e sul monitoraggio della situazione, ma la fiducia nelle strutture per anziani appare incrinata. Questo scandalo apre una ferita profonda: la protezione dei più fragili non può essere lasciata al caso, e la vigilanza deve diventare stringente e costante.

Dietro le mura di una microcomunità apparentemente normale, emerge l’orrore: un’anziana umiliata, maltrattata, ridotta a subire crudeltà che nessuno dovrebbe tollerare. La vicenda scuote la coscienza della Valle d’Aosta e lancia un monito a tutti: chi deve prendersi cura dei più fragili deve farlo con rispetto, competenza e responsabilità, altrimenti la prossima vittima potrebbe essere chi, come questa donna, non ha voce per difendersi.

j-p. sa.

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