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Chez Nous | 16 dicembre 2017, 13:00

Budrio e 25mila euro

Budrio e 25mila euro

Le cronaca raccontano che dopo otto mesi è stato catturato il presunto killer di Budrio. Ovvero un serbo che ha ammazzato una mezza dozzina di persone e che ha tenuto in scacco le forze dell’ordine per otto mesi. La costanza delle forze dell’ordine prima o poi vince sull’arroganza della criminalità. C’è da augurarsi che nel nostro piccolo chi si dedica diuturnamente all’indagine per far chiarezza sui 25mila euro che pare siano stati stati trovati nell’ufficio che fu di Augusto Rollandin ma che aveva lasciato da tre mesi. A trovarli pare sia stato il segretario particolare dell’allora presidente della Regione, Pierluigi Marquis.

Il ritrovamento dei 25 mila euro risale al 22 giugno scorso, poco meno di sei mesi. In rapporto a Budrio abbiamo ancora due mesi franchi. Visto che ci si avvicina alle elezioni sarebbe però opportuno che sulla questione fosse fatta chiarezza perché vi sono politici indagati e da come si dipana la questione potrebbero essere condizionati nella scelta del loro futuro politico, e per evitare strumentalizzazioni.

Gli elettori devono sapere chi ha dimenticato o messo i 25mila euro nell’ufficio del Presidente della Regione. Sapere se chi li ha dimenticati può giustificarne la provenienza. Sapere se invece sono stati messi è giusto sapere come ha fatto una provvista così ingente viste le norme antiriciclaggio.

Quella dei 25mila euro è una delle peggiori pagine della storia politica della Valle d’Aosta anche perché i valdostani pensano che la questione sia da ricondurre a vendette politiche e sicuramente ad un imbarbarimento unito ad un impoverimento della politica.

Le condanne e le inchieste che vedono coinvolti politici, banchieri e gestori della cosa pubblica fanno perdere credibilità alla politica e all’orizzonte non si vede nulla di nuovo.

Per contro germogliano a getto continuo cespugli formati da tanti ex, che nulla di nuovo portano ma che cercano un posizionamento elettorale magari presentando una lista civetta per alimentare questa o quella coalizione e portare a casa qualche posto di sottogoverno.

Per il resto buio assoluto e grandi rifiuti. Nessun volto nuovo all’orizzonte. E qualcuno si è chiesto perché il Presidente della Camera di Commercio, Nicola Rosset, che pure ha fatto un ottimo lavoro per consolidare l’imprenditorialità valdostana, ha già rinunciato a candidarsi alle regionali? Un atto che deve far meditare.

E comunque anche i nuovi volti sono il residuo del vecchio. Al momento nessun volto femminile si affaccia sulla scena politica. Eppure le liste devono rispettare la parità di genere. Le liste con 35 candidati devono presentare almeno 12 donne se composte da uomini o 12 uomini se composte da donne.

E comunque, anche se è previsto il rispetto della parità di genere si passa sopra. Un esempio giunge dalla lista di Sara Timpano candidata alla segretaria del Pd valdostano che ha perso una delegata la quale sarà sostituita, per salvaguardare il potere elettorale in Assemblea, da un uomo, quando, invece, dovrebbe essere sostituita da un’altra donna.

La cosa è tanto stupefacente quanto avvilente perché a compiere l’operazione potere elettorale è proprio una giovane donna che da sempre propugna la parità di genere e si candida alla guida del Pd che se continua così farà fatica ad essere ancora rappresentato in Consiglio Valle.

Alla prima prova dei fatti anche Sara Timpano ha perso un’occasione per dimostrare che alle parole seguono i fatti. Ed ecco che si ritorna alla vecchia politica che continua ad abbaiare ma non morde. Qualcuno ha detto che la vecchia politica non è la politica dei vuoti di pensiero; quella è la mala-politica. La vecchia politica prosegue nella sua azione silente della demagogia professionale e del populismo pre-elettorale.

Mancano i volti nuovi e la politica invecchiata sorride melensa e profumata dietro le spinte di partiti o movimenti ad personam dimostrando così una straordinaria capacità di auto-rigenerazione.

Eppure ci sono tanti giovani e tanti giovani amministratori che potrebbe contribuire a voltare pagina e dare alla politica un nuovo volto, una nuova progettualità, un nuovo modo di guardare alla Petite Patrie.

Vengano allo scoperto.

piero.minuzzo@gmail.com

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