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ISTRUZIONE E FORMAZIONE | 14 dicembre 2017, 11:25

Al Don Bosco di Chatillon il polo di formazione per falegnami

Al Don Bosco di Chatillon il polo di formazione per falegnami

“Il mercato del lavoro non è più in grado di offrire sbocchi a chi frequenta corsi di formazione per falegnami e quindi non è giusto illudere i nostri giovani a fronte di un settore, quello del legno, che è in forte calo”. E’ una delle ragioni, elencate dall’assessore regionale all’Istruzione, Emili Riny, per spiegare i motivi della mancata attivazione di un percorso di istruzione e formazione professionale per falegnami all'Istituzione scolastica Corrado Gex di Aosta.

“Il nostro intento – ha aggiunto - è rilanciare la zona della media Valle, che negli anni si è vista penalizzata sotto il profilo dell'offerta formativa”. Infatti, come ha spiegato l’Assessora, “pur cercando di offrire un'ampia gamma di possibilità per i nostri studenti, abbiamo voluto evitare la sovrapposizione di percorsi che rilasciano una stessa qualifica professionale”.

Per la Giunta regionale “la priorità è mettere al centro i ragazzi, con la loro formazione scolastica e il loro sbocco lavorativo. E la decisione di non avviare un percorso triennale ad Aosta risponde alla necessità di evitare un'eccessiva parcellizzazione dell'offerta formativa, che comporterebbe la non attivazione dei corsi per vincoli numerici”. Infatti, il percorso di istruzione e formazione professionale per falegnami è proposto dall'Istituto Don Bosco di Châtillon e, come ha concluso Emily Rini, “uno sdoppiamento dell'offerta ad Aosta avrebbe, quindi, pregiudicato l'avvio di entrambi i corsi”.

L’Assessore ha risposto in aula al Consigliere di Alpe Fabrizio Roscio che ha replicato: “Condividiamo il principio, ma non i fatti. Infatti, nella sede del gruppo di monitoraggio, da parte dei dirigenti scolastici e dei rappresentanti del territorio è stata richiesta l'attivazione di un corso per falegnami ad Aosta, senza danneggiare coloro che hanno già corsi avviati. Si trattava di dare una possibilità, per evitare che un patrimonio storico di istruzione professionale andasse perduto”.

red. pol.

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