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CULTURA | 13 giugno 2017, 11:03

Il popolo walser chiede la tutela dell’Unesco

Il rascard. tipica costruzione walser

Il rascard. tipica costruzione walser

La storia secolare dei walser patrimonio immateriale dell’Unesco; è il progetto nato dagli amministratori dei territori in cui questa antiche popolazioni di origini germaniche stanziatesi poi in Svizzera si diffusero portandovi il loro patrimonio  di usi e conoscenze. In Italia le comunità walser sono a Gressoney e Issime in Valle d’Aosta, Val d’Ossola e in Valsesia in Piemonte.

“Ci siamo trovati per parlarne a Romagnano Sesia – conferma Christian Linty (foto), sindaco di Issime e presidente della Consulta walser della Valle d’Aosta – con l’intento di capire se c’era la volontà di dare corso a questo progetto e come muoversi per ottenere il riconoscimento.”  A Romagnano siè costituito un ‘comitato pilota’ composto dai sindaci Christian Linty, Bruna Papa di Formazza (in rappresentanza dei colleghi di Macugnaga e Ornavasso) e Roberto Veggi di Alagna per la Valsesia.

L’obiettivo è rivolto al patrimonio immateriale, vale a dire alla cultura in senso ampio perché le procedure per quello materiale, vista la difficoltà di individuare ogni singolo insediamento. “I vantaggi di ottenere il riconoscimento – spiega Linty -stanno innanzitutto nel fatto che l’Unesco saprà che esistiamo e ciò significa maggiori tutele e visibilità.”

Raggiungere lo scopo non sarà semplice. In primo luogo occorre che le singole comunità esprimano la loro adesione al progetto. “Ne parleremo nei nostri Comuni”, assicura Linty. Una volta recepita la volontà delle popolazioni, si dovrà prendere  contati con il Ministero della Cultura che, a sua vota, proporrà l’istanza all’Unesco.

“Sono passaggi lunghi e tortuosi – dice Christian Linty – e dobbiamo ancora definirli con chiarezza.” Il primo passo, in ogni caso, è ottenere l’adesione delle singole comunità.

a. b.

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