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Governo Valdostano | 12 giugno 2017, 11:31

Con il patrocinio dell'assessore Bertschy nasce la 'Carta di Cogne' sulla medicina di montagna

L'assessore regionale alla Sanità ha preso parte al convegno 'La Médecine de montagne - Salute, Sicurezza e Accoglienza in montagna' svoltosi a Cogne

Con il patrocinio dell'assessore Bertschy nasce la 'Carta di Cogne' sulla medicina di montagna

Potenziare la rete di assistenza sanitaria territoriale nelle realtà di montagna. E' questo il principale obiettivo della 'Carta di Cogne', scaturita dal convegno “La Médecine de montagne - Salute, Sicurezza e Accoglienza in montagna”, che si è svolto a Cogne venerdì scorso.

“Si è trattato di un momento di costruttivo confronto in materia di sanità tra realtà regionali confinanti - spiega l'assessore regionale alla Sanità, Luigi Bertschy (nella foto) – dal quale è nato un documento per ribadire l’importanza di mantenere l’identità dei popoli di montagna", anche tramite lo sviluppo di presidi sanitari virtuali che consentano di comunicare con esperti. La Carta di Cogne sollecita l'ampliamento del servizio medico nei paesi in quota quale 'esigenza fondamentale' per le popolazioni alpine.

Dedicato alla figura di César Emmanuel Grappein, medico condotto a Cogne nella prima metà dell'800, al convegno hanno preso parteoltre all'assessore Bertschy anche il Presidente della Giunta, Pierluigi Marquis Marquis; il dottor Guido Giardini, presidente della Società italiana di medicina di montagna; l'ex Presidente della Camera dei Deputati on. Luciano Violante; il consigliere regionale di Pnv e medico Antonio Fosson; i sindaci di Cogne e di Aosta Franco Allera e Fulvio Centoz.

"È stata l'occasione - conclude l'assessore Bertschy - per ribadire come il futuro ci porta obbligatoriamente sulla strada della collaborazione tra realtà vicine".

Il dottor Giardini ha affermato che "la sanità in montagna deve essere finanziata per la qualità di vita dei residenti e per mantenere l’attrattività verso i turisti, deve puntare sulle tecnologie di trasmissione dati, ma è anche un laboratorio in cui studiare patologie diffuse a tutte le altitudini”.

red. pol.

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