E’ risaputo che l’attività fisica accompagnata da corretti stili di vita e alimentari sono indispensabili per avere un corpo tonico e ben modellato. Ma non sempre è possibile svolgere attività fisica né seguire diete specifiche. Un problema del quale se ne è fatto carico il Gruppo Irv di Aosta che ha istituito un centro modernissimo dove con le Onde d’Urto Radiali ESWT si affrontano i disturbi del microcircolo venoso e linfatico all'origine della cellulite.
Spiega il dottor Paolo Bosonetto, coordinatore del nuovo servizio dell’Irv: “Le onde d’urto sono onde sonore che si trasmettono attraverso i fluidi. Hanno un’azione diretta sulle membrane cellulari ed un’azione indiretta mediata dal fenomeno della cavitazione”.
Fino a poco tempo fa le Onde d’Urto sono state utilizzate unicamente per la frantumazione dei calcoli renali, ma oggi è possibile usare tecniche simili per combattere le tendiniti, le calcificazioni tendinee e la cellulite.
“Le Onde d’Urto applicate alla cellulite – sottolinea Paolo Laurencet, Amministratore unico del Gruppo Irv (nella foto) – non determinano né la diminuzione né la disintegrazione del grasso, ma esercitano un benefico effetto drenante sottocutaneo, contribuendo alla riduzione/scomparsa del cosiddetto effetto ‘a buccia di arancia’, così come del rassodamento, almeno in parte, dei tessuti”.
Studi approfonditi hanno evidenziato che le Onde d’Urto favoriscono anche una rigenerazione delle cellule e un aumento della vascolarizzazione dei tessuti. Il trattamento non è doloroso ed i risultati sono generalmente evidenti già dopo circa 4-5 sedute, con un miglioramento progressivo nei due mesi successivi.
Il trattamento permette di abbinare la riduzione dei diametri delle adiposità localizzate, l’incremento dell’elasticità cutanea e il miglioramento della cellulite. Il protocollo di trattamento prevede 8 sedute con frequenza bi-settimanale Se il risultato è soddisfacente, occorre sottoporsi a 1/2 sedute mensili di richiamo e mantenimento.
NON SOLO CELLULITE
Cosa si può curare con le Onde d’Urto
A. Gomito del tennista (Epicondilite)
B. Sindrome da Conflitto Sub-Acromiale
C. Sindrome dolorosa pseudo radicolare
D. Sindrome dolorosa del grande trocantere E. Tendinopatia rotulea F. Periostite tibiale
G. Tendinopatia inserzionale dell’Achilleo
H. Fascite plantare
I. Tendinopatia della parte mediale del tendine d’Achille
L. Sindrome di Osgood-Schlatter
M. Lombalgia idiopatica
N. Punti Trigger
O. Tendinopatia calcifica della spalla
Il protocollo prevede 3 sedute a distanza di 7-10 giorni. In caso di una non completa remissione dei sintomi, si possono praticare altre due sedute a distanza di 30-45 giorni.