Che cos’e una premonizione o precognizione?
In termini generali indica una “sensazione” nella quale l'individuo sembra percepire informazioni su eventi futuri, sia positivi che negativi, prima che accadano, con una discreta certezza e puntualità. Nell'ambito della parapsicologia, si indica come premonizione, l'ipotetico potere paranormale che permetterebbe alle persone di vedere il futuro o ciò che accade in altri luoghi, sotto forma di sogni e/o visioni e che assume il nome di “chiaroveggenza”.
Ma esiste davvero la precognizione?
Tecnicamente viene definita percezione extrasensoriale o ESP (acronimo dell'espressione inglese Extra-sensory perception) ogni ipotetica percezione che non possa essere attribuita ai cinque sensi. La percezione extrasensoriale è anche classificata come "settimo senso" e viene spesso confusa con il sesto senso (l'intuito). L'uso di questo termine sottintende una ipotetica esistenza di canali di informazione estranei e sconosciuti alla scienza e, infatti, gran parte degli studi al riguardo si muovono al di fuori del metodo scientifico, riguardando la parapsicologia. Probabilmente avrete visto alcuni film che trattano tale argomento quali: Premonition di Mennan Yapo con Sandra Bullock.… “Hanno detto che è stato un incidente. Ma la realtà... è che non è ancora successo” ….o Premonitions (Solace) con protagonisti Anthony Hopkins e Colin Farrell, un dottore psichiatrico, capace di prevedere il futuro e che collabora con l’FBI per catturare un serial killer con il suo stesso potere.
Scarlett Johansson che interpreta Lucy di Luc Besson, ci ricorda che il nostro cervello ha sviluppato solo una piccolissima parte delle sue potenzialità rispetto all'homo sapiens.
La maggioranza delle persone non è in grado di avere “premonizioni”: quasi sempre è una predisposizione naturale da non confondere con le normali paure accentuate dagli stati d’animo ma, chi non ha mai avuto la sensazione che qualcosa stia per avvenire, che qualche evento ci sta per interessare da vicino? Una sensazione forte, accompagnata da uno stato emozionale intenso, tachicardia, sudorazione, senso di angoscia….
Ventitré secoli fa Platone scriveva nel Fedro che nessun uomo, nel pieno delle sue facoltà psichiche, può arrivare alla vera o, ispirata intuizione, durante lo stato di vigilanza ma può farlo soltanto quando l’attività elettrica del suo cervello si identifichi, o almeno si avvicini, a quella tipica del sonno, oppure quando processi patologici modifichino il normale stato di veglia. Platone stava già anticipando un concetto proprio della parapsicologia, ridurre gli stimoli provenienti dall’ambiente esterno e bloccare tutti i pensieri che tendono ad affiorare dall’inconscio nella coscienza, al fine di facilitare l’ottenimento dell’informazione extrasensoriale, cosa la quale corrisponde in pieno al principio basilare della chiaroveggenza, ovverosia quella di evitare di trovarsi in uno stato di tensione, per favorire la concentrazione e stimolare l’ESP.
«Realtà o Immaginazione?»
Si tratta di concetti che nel corso del tempo hanno stimolato la curiosità e soprattutto le ricerche della comunità scientifica. Un team internazionale formato dai ricercatori delle americane Northwestern University e University of California - Irvine e dell'italiana Università di Padova, ha analizzato i dati di ventisei precedenti studi condotti tra il 1978 e il 2010. Dalle loro osservazioni risulterebbe che gli esseri umani sono in qualche modo in grado di prevedere il futuro, per lo meno quello più immediato, tuttavia rimangono restii a parlare di presentimento e preferiscono definire il fenomeno rilevato come "attività anticipatoria anomala".
I ricercatori hanno potuto constatare che le persone sottoposte a due o più tipi di stimoli appositamente ordinati per risultare imprevedibili producevano una differente attività biologica post-stimolazione. La sorpresa rilevata è data dal fatto che l'attività che precedeva lo stimolo stesso era già indirizzata e quindi anticipava quella conseguente alla stimolazione.
In sostanza i ricercatori hanno preso in considerazione diverse variabili biologiche, come l'attività elettrodermica cutanea, la frequenza cardiaca, la dilatazione della pupilla, l'attività elettroencefalografica e il volume sanguigno, notando che talvolta l’attività prima e dopo lo stimolo andavano nella stessa direzione.
Fonte: ORIGINAL RESEARCH ARTICLE-link: http://journal.frontiersin.org/article/10.3389/fpsyg.2012.00390/full
Front. Psychol., 17 October 2012 | http://dx.doi.org/10.3389/fpsyg.2012.00390
Predictive physiological anticipation preceding seemingly unpredictable stimuli: a meta-analysis by :Julia Mossbridge1*, Patrizio Tressoldi2 and Jessica Utts3
· 1Department of Psychology, Northwestern University, Evanston, IL, USA
· 2Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova, Padova, Italy
3Department of Statistics, University of California, Irvine, CA, USA
In un’intervista uno psicologo dell’Università di Padova, Patrizio Tressoldi che ha partecipato allo studio, sottolinea le possibili implicazioni future di questo studio: «Le reazioni anticipatorie alle quali si riferisce la ricerca, situata chiaramente in laboratorio, sono molto deboli, ma uno degli aspetti più interessanti è dato dal fatto che questi segnali sono amplificabili attraverso semplici algoritmi, il che darebbe al soggetto la consapevolezza dell’evento imminente e la possibilità di agire come crede».
Si aprono a questo punto scenari che sanno di fantascientifico, ma che potrebbero avere applicazioni decisamente reali, come dimostrano già allo stato attuale esperimenti all’avanguardia in campo militare nel settore della percezione anticipata in situazione di pericolo.
Continua venredì 5 agosto
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