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AGRICOLTURA | 10 marzo 2016, 18:48

Cacciatori in rivolta

Cacciatori in rivolta

Confinati nel loro territorio, con limitazione di capi da abbattere e senza possibilità di 'sconfinamento' in altre zone, gli oltre duecento cacciatori della Plaine d'Aoste, di Fenis, Quart e Nus, hanno dichiarato guerra alla Regione.

Si tratta degli oltre 200 iscritti alla Quarta circoscrizione venatoria. Lamentando disparità di trattamento da parte del comitato regionale per la gestione venatoria, che non consente ai numerosi cacciatori di nove comuni della media valle di estendere l'attività in altre circoscrizioni, costringendoli a contendersi pochi capi a un costo molto elevato, si sono dimessi tutti insieme i presidenti delle sezioni comunali caccia di Saint-Christophe, Jean Paul Voulaz; Quart, Flavio Bosonin; Nus, Sergio Grange; Fenis, Franco Cuignon; Saint- Marcel, Carlo Réan Brissogne, Edy Durand; Pollein, Walter Gyppaz; Charvensod, Diego Bollon e Gressan, Roberto Truc.

“Con amarezza abbiamo constatato – spiega Santo Diano, rappresentante della Circoscrizione – che l'Amministrazione regionale, tramite l'assessorato regionale all'Agricoltura, non intende applicare correttamente il Piano faunistico regionale, che suddivide equamente i capi da prelevare in base ai vasti comprensori alpini di caccia di alta, media e bassa valle e non in base alle ristrette circoscrizioni territoriali, come invece oggi purtroppo accade”.

La lamentazione dei cacciatori della Quarta circoscrizione è semplice: “La circoscrizione 8 , tanto per fare un esempio – spiega Diano – quella dove rientra Gressoney, è composta da 48 cacciatori che dispongono dello stesso numero di capi da abbattere destinato a noi, che siamo cinque volte di più. Questo caso è emblematico in quanto permette di evidenziare le disparità che esistono tra numero di cacciatori e territorio disponibile".

Fino a qualche tempo fa era consentito ai cacciatori di aree con pochi animali e molti iscritti 'sconfinare' in circoscrizioni più ricche; poi col tempo le sezioni circoscrizionali si sono sempre più ' chiuse' sino a giungere alla prassi di non consentire più il prelevamento venatorio a cacciatori 'esterni'.

La Regione su questo non è mai intervenuta direttamente, ma nel cassetto dell'assessorato dell'Agricoltura c'è una proposta di modifica del regolamento che introdurrebbe la 'differenziazione economica' in tema di prelievo venatorio. Circolano stime in base alle quali l'eventuale approvazione di questa proposta comporterebbe un costo di quasi 200 euro al cacciatore che può prelevare un solo capo e di circa 270 a chi ne ha a disposizione due. Gli iscritti della Quarta circoscrizione si erano rivolti al Difensore civico che ha dato loro ragione “ma la Regione continua a fare orecchio da mercante – conclude Diano – e pare non volere applicare una più equa e corretta suddivisione dei prelievi”. 

aostacronaca.it

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