“Ieri abbiamo venduto almeno il 30 per cento di carne rossa in meno”. Poco prima delle 8 di oggi, mercoledì 28 ottobre, è questo il commento corale di tre macellai aostani, che in meno di 24 ore dall'allarme dell'Organizzazione mondiale della sanità-Oms sul rischio cancerogeno delle carni rosse e lavorate, hanno registrato un netto calo della clientela. “Se in una sola giornata sono riuscito a perdere trenta clienti cento – afferma preoccupato un noto e apprezzato 'maslé' del centro storico cittadino – non oso immagine quali saranno i miei conti tra un mese.
L'allarme indiscriminato sul presunto pericolo rischia di distruggerci, di portarci alla chiusura dell'attività commerciale”. E un altro macellaio di Aosta ribadisce che “le carni italiane sono le più controllate d'Europa; travolte dalla grande distribuzione, le macellerie altro non sono ormai che esercizi commerciali di qualità e tradizione, che resistono con fatica alla crisi. Ma il rischio che i 'potentati' economico-sanitari possano abbatterci definitivamente è ormai concreto”.
Più ottimista un collega attivo da decenni in città: “Abbiamo superato 'mucca pazza', supereremo anche la carne 'cancerogena'. Io so cosa vendo, paragonare la nostra qualità alimentare al fumo e all'amianto è pazzesco, è un atto irresponsabile”.