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CULTURA | 19 aprile 2014, 19:07

MUSICA: Guido Lamberti in arte Ugolino si 'svela' ad Aostacronaca.it

Guido Lamberti oggi e, nell'articolo, ai tempi di Ugolino

Guido Lamberti oggi e, nell'articolo, ai tempi di Ugolino

Anno 1969. Neil Armstrong fa un piccolo passo per l’uomo ma un grande balzo per l’umanità camminando sulla Luna. A Woodstock 500.000 giovani celebrano pace, amore e musica. I Rolling Stones pubblicano “Leti t bleed” ed i Beatles “Yellow submarine”. In Italia Iva Zanicchi vince il Festival di Sanremo, nasce il fenomeno Lucio Battisti ed un giovane dalla voce “nera” spopola nelle classifiche con una canzone all’apparenza buffa, ma dalla quale traspare tutto il disagio del mondo giovanile. La canzone è “Ma che bella giornata”, l’interprete Ugolino. Il 12 dicembre di quello stesso anno una bomba alla Banca dell’Agricoltura in piazza Fontana a Milano lascia intendere quale tipo di giornate attendano l’Italia nel decennio che nasce.

Dopo quel successo ed un album omonimo Ugolino vince il Cantagiro nel girone “folk”, va al Disco per l’estate ed alla Gondola d’oro di Venezia, conosce e frequenta i big della canzone italiana: Lucio Dalla, Enzo Jannacci, Bruno Lauzi, Gianni Morandi; ad accompagnarlo nei concerti e in sala d’incisione ci sono “I Quelli” di Franz Di Cioccio e Francone Mussida, la futura Premiata Forneria Marconi. Sotto legida di Detto Mariano, il guru della discografia italiana, ed un contratto con la RCA, per Ugolino sembra aprirsi una fulgida carriera. Invece lui molla tutto.

Sparisce letteralmente dalla scena e dalla Genova in cui è cresciuto e sceglie di andare a vivere con il suo vero nome, Guido Lamberti, ad Aosta. Qui crea una compagnia teatrale, Atamas Teatro, realizza spettacoli, collabora a lungo con la neonata Saison culturelle ma soprattutto realizza per trent’anni apprezzatissimi laboratori per le scuole valdostane. Gli istituti fanno a gara nel contenderselo, le richieste per avere Lamberti in classe fioccano sulle scrivanie degli assessori regionali all’Istruzione e dei Sovrintendenti agli studi. Ugolino? Sparito. Guido Lamberti non ne parla mai, la gente valdostana è discreta e non lo assilla di domande sul suo passato canoro. Eppure quel nome e quella canzone sono come un fiume carsico. Nel 2008 qualcuno posta su You Tube un video di “Ma che bella giornata” che ad oggi conta oltre 200 mila contatti.

Nel 2011 un giovane, Jacopo Aloisi, nato nel 1986, quando cioè la carriera musicale di Ugolino è più che conclusa, chiede tramite il sito del MEI, Meeting delle etichette indipendenti, a chiunque abbia materiale o notizie su Ugolino di mettersi in contatto con lui. Il frutto di quella richiesta è un libro, “Ugolino (Ma che bella giornata)” al quale ha collaborato lo stesso Guido Lamberti e che è stato da poco pubblicato dalla casa editrice “No replay”.

Il libro passa in rassegna le canzoni del disco, facendo emergere molti retroscena sulla storia di un artista che mai si è piegato alle logiche commerciali o alle ragioni dei discografici preferendo un esilio volontario. Il testo si arricchisce di materiali inediti di Guido Lamberti, delle osservazioni di chi a quell’album storico e spiazzante ha lavorato, come Detto Mariano e la PFM. Lamberti ha una spiegazione sulla perdurante attualità delle sue canzoni. «Se si parla di vita quotidiana – dice – si è sempre attuali.» Allora, nel 1969, forse la sua arte era troppo avanti. «I cantautori –osserva Guido Lamberti – sono venuti dopo ma le idee erano nell’aria.»

Rino Gaetano, Edoardo Bennato, persino Elio e le Storie tese sono i nomi che vengono avvicinati ad Ugolino. “Bennato – ricorda Lamberti – diceva sempre che Ugolino era il più grande” e sostiene che il più simile a lui sia stato Rino Gaetano ma è con il cantautore napoletano che si è instaurato uno strano parallelismo. «Io ho fatto “Ma che bella giornata” e lui “Ma che bella città”, ho scritto “Meno male” e lui “Meno male che adesso non c’è Nerone”.»

Addirittura quando Guido Lamberti mise in scena “Pinocchiaccio” poco dopo uscì “Burattino senza fili”. Ma non c’è rammarico o peggio in queste considerazioni e lo spiega con una specie di sogno. «Mi vedo – dice Lamberti – mentre corro verso un muro per abbatterlo ma mentre avanzo, al rallentatore, mi accorgo che qualcuno mi ha messo in mano un mattone ed una cazzuola perché quel muro lo faccia più alto.». Allora ha detto basta. «Poca voglia di adattarmi, è questione di come uno è fatto dentro.» sintetizza oggi. Così ha detto no alle lusinghe della pubblicità. «Nel 1969 – ricorda – mi offrivano un milione al giorno per fare pubblicità ma ho sempre rifiutato.» «Ho sempre cercato di fare l’artista – rivendica – non il personaggio.»

E di no ne dice ancora oggi. «Mi telefona spesso Carlo Conti – svela – perché vada alla sua trasmissione “I migliori anni” ma ho sempre declinato l’invito. Se vuole faccia vedere il filmato di “Ma che bella giornata”. Io non vado oggi a scimmiottare quello che era 45 anni fa. Vedo tanti che lo fanno e nel novanta per cento sono solo patetici.» Ha invece un altro desiderio Guido Lamberti: pubblicare un libro di poesie. «E’ sempre stato il mio sogno.» confessa. Il libro di Jacopo Aloisi al momento non è reperibile nelle librerie valdostane; forse lo sarà a breve ma intanto che lo volesse acquistare può farlo sulle librerie on line come “Ibs”.

agostino borio

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