Ad Aosta lo conoscono tutti come “Pino America”, un soprannome retaggio di un suo lontano viaggio negli USA. Lui, Giuseppe Bertuna, ex “primario del reparto eternità” come si era definito, non avrebbe però mai immaginato di essere un giorno conosciuto anche in regioni d’Italia molto lontane dalla nostra e addirittura all’estero.
Merito del film di cui è protagonista, “ America”, del regista aostano Alessandro Stevanon, l'unico film italiano selezionato nella competizione internazionale di cortometraggi nell’ambito della “Semaine de la poésie” di Clermont-Ferrand 2014, il più prestigioso evento mondiale dedicato al cinema breve e svoltosi tra fine fennaio ed inizio febbraio scorsi.. Dopo la selezione in Francia, l'anteprima italiana del film è in programma al “Bari International Film Festival”, rassegna posta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, che si terrà da sabato 5 a sabato 12 aprile prossimi al Teatro Petruzzelli di Bari e in altre dieci sale della città. Sedici cortometraggi, tra cui “America”, in concorso quest'anno, saranno valutati da una giuria di 30 membri, presieduta dal produttore del film Premio Oscar "La grande bellezza" Nicola Giuliano.
Presieduto da Ettore Scola e diretto da Felice Laudadio, Il Bif&st ospita i migliori film italiani prodotti nell’ultimo anno e una selezione di una decina di film fra i migliori del mondo. Nel corso delle serate al Teatro Petruzzelli verranno anche conferiti i tradizionali "Federico Fellini Award for Cinematic Excellence" a grandi personaggi del cinema e della cultura fra i quali: Andrea Camilleri, Toni Servillo, Paolo Sorrentino, che terranno le solitamente affollatissime "Lezioni di Cinema". In contemporanea, “America” sarà in concorso, a Tremblay-en-France, a “Terra di Cinema - Festival du nouveau cinéma italien”.
Organizzato dall'associazione "Parfums d'Italie", il festival propone ogni anno la miglior selezione di film italiani contemporanei che riflettono il rinnovamento della produzione cinematografica italiana. Un altro appuntamento che vedrà “America protagonista” sarà il BiFF - Bibbiena Film Festival” in programma venerdì11, sabato 12 e domenica 13 aprile prossimi, un piccolo grande evento dal carattere profondamente innovativo.. “America” film racconta la storia di Giuseppe Bertuna, o meglio, Pino America, come lo chiamano tutti, incontrandolo per le strade di Aosta. E' questo il suo palcoscenico. Il ruolo da lui scelto è: "Il primario del reparto eternità", come ama lui stesso definirsi. La vita, il suo copione.
Una vita immaginata a far correre i nani, fatta di castelli in aria e amorevoli gesti terreni, vissuta in un altro cortile, in un altro mondo, a un passo dall’eternità. Una panoramica esistenziale fotografata lentamente e raccontata sottovoce in un cortometraggio garbato e dissacrante, drammatico e surreale. Ibrido fra finzione e documentario, il film è stato prodotto dallo stesso Stevanon con il sostegno della Film Commission Vallée d'Aoste e la collaborazione di Nikon Italia.
«In “America” – dice Alessandro Stevanon - i confini tra finzione e documentario sono sottili, quasi osmotici.Il film gioca su questa equivocità di genere, così come su quella narrativa: le immagini a volte sottolineano il racconto, a volte se ne allontanano. Ambiguità e dualismi che diventano esistenziali nella storia di Pino America, personaggio surreale perennemente in bilico tra sogno e realtà. Una storia racchiusa in un “corto” in quanto metafora della vita stessa: breve e intensa, ma anche imprevedibile e improvvisa, come la morte. Quella vita che Pino America provoca con corna da vichingo e turpiloqui erotici. Quella morte che gli permette di tirare a campare e, con grande umanità, restituire dignità terrena a chi non potrà più raccontarlo.»
Negli anni ’50 la famiglia di Giuseppe Bertuna parte dalla Sicilia: il padre, maresciallo delle Guardie Carcerarie, era stato trasferito ad Aosta. Giuseppe, poco più che neonato, passa la sua infanzia fra le mura di un penitenziario per poi trasferirsi con la famiglia nelle case popolari alla periferia della città. E' un ragazzo inquieto e sensibile, ribelle e sognatore. Nel ’1973 parte per gli Stati Uniti.
Dopo tre anni ritorna e del sogno americano non gli resta che il soprannome affibbiatogli dagli amici del bar: Pino America. Per più di trent’anni si prende cura degli “ex ammalati” in qualità di "primario del reparto eternità". Uno spirito anarchico a cui la vita ha tarpato le ali, ma che, grazie ai suoi sogni di bambino, continua a volare, mischiando maschera e volto, ingenuità e saggezza, arte e follia.













