/ CRONACA

CRONACA | 14 febbraio 2014, 16:11

GIORNO DEL RICORDO: I commenti emozionati degli studenti valdostani in visita a Trieste

I ragazzi valdostani alla Risiera di San Sabba

I ragazzi valdostani alla Risiera di San Sabba

“Questo piccolo viaggio deve essere il punto di partenza per la riflessione sulle atrocità, sulle ingiustizie e sulle discriminazioni che tutt'oggi accadono nel mondo. Lottiamo per un futuro di giustizia e uguaglianza, onorando i sacrifici dei nostri predecessori. Recuperiamo la nostra umanità”. Questo è solo uno dei tanti pensieri che hanno animato i quaranta studenti delle scuole superiori valdostane in visita a Trieste dal 10 al 12 febbraio 2014, in occasione del Giorno del Ricordo.

I ragazzi, in rappresentanza dell'Istituto tecnico e professionale 'Corrado Gex' di Aosta, dell'Istituzione scolastica di istruzione tecnica e professionale di Verrès, dell'Istituto liceale e tecnico 'Binel-Viglino', del Liceo linguistico e delle scienze sociali di Pont-Saint-Martin nonché dell'Istituto professionale alberghiero di Chatillon, hanno visitato la Risiera di San Sabba - unico campo di sterminio italiano - la Foiba di Basovizza - simbolo di tutte le atrocità commesse sul finire della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dalle milizie e dai fiancheggiatori del dittatore Tito - e Redipuglia, sacrario monumentale della prima guerra mondiale, dove sono sepolti più di 100.000 soldati.

L'iniziativa, organizzata per il quinto anno consecutivo dal Consiglio Valle, dalla Presidenza della Regione e dall'assessorato dell'Istruzione e cultura, era volta a promuovere un percorso di studio e di ricerca al fine di ricordare il dramma dell'esodo della popolazione italiana dalle terre dell'Istria e Dalmazia e per ricordare la tragedia delle foibe. Alessandro, Jessica, Marta, Antonio, Daniela, Martina, Hélène, Andrea, Arline, Dominique, Enrico, Guido dell'Itpr 'Corrado Gex' hanno commentato: “Le maschere antigas della vetrina del museo sembravano occhi sbarrati dal terrore di giovani che, a quasi un secolo di distanza, si interrogano ancora sul significato della loro morte e della loro breve vita.

La stessa atmosfera di terrore l'abbiamo percepita alla Risiera di San Sabba – ha detto ancora il ragazzo - in quel luogo sembrava di sentire la disperazione dei condannati a morte e l'urlo dei torturati, strappati alla propria terra e alla propria famiglia con una disumanità inconcepibile. Di fronte alla testimonianza tangibile di sofferenza e sacrificio dei caduti in guerra non si può restare indifferenti, e solo visitando questi luoghi è possibile comprendere concretamente l'incubo che hanno dovuto vivere le persone toccate da questa tragedia”. Quest'esperienza ci ha permesso di fare un salto nel passato, permettendo di immedesimarsi a tal punto da poter sentire le vittime gridare al mondo: Mai più!”.

Simona, Lamya, Michael, André, Matteo, Stéphanie, Enrico dell'Isitp di Verrès hanno detto: “Un'esperienza tanto entusiasmante quanto toccante, alla scoperta della vita terrificante di chi ha avuto la sfortuna di nascere e vivere in un periodo di guerra e devastazione. Questo piccolo viaggio deve essere il punto di partenza per la riflessione sulle atrocità, sulle ingiustizie e sulle discriminazioni che tutt'oggi accadono nel mondo. Inoltre non trascuriamo la fortuna di vivere in un periodo di pace, fortuna che moltissima gente non può vantare di avere. Lottiamo per un futuro di giustizia e uguaglianza, onorando i sacrifici dei nostri predecessori. Recuperiamo la nostra umanità”.

Marta, Elena, Giada, Silvia, Anaïs, Lorenzo, David, Elisa del Liceo linguistico e delle scienze sociali 'Binel-Viglino' sono stati colpìti “In particolare dalla misura ridotta delle celle che ospitavano i prigionieri partigiani nella Risiera di San Sabba. Sembra incredibile pensare che più di cinque persone potessero coabitare in uno spazio così ristretto. Anche il Sacrario Monumentale di Redipuglia ci ha lasciati con il fiato sospeso: sembra impossibile che nemmeno un secolo fa, milioni di persone siano state vittime della follia di pochi uomini!”.

“L'angoscia che ho provato osservando le celle della Risiera - ha detto Matteo dell'Isitp di Verrès - che imprigionavano addirittura intere famiglie, è stata la più significativa: stretti buchi di cemento che sembravano al primo impatto meno soffocanti, dall'interno trasmettevano ancora più timore, paura, tristezza. Credo che un uomo che ha sempre vissuto nel benessere possa solo cercare di immaginare la vera mostruosità delle condizioni di prigionia, senza coglierla appieno come chi in queste celle ha provato l'inimmaginabile”.

Per Andrea e Alessandro dell'Isitp di Pont-Saint-Martin “Che sia di etnia, luoghi o religioni differenti ogni persona ha diritto alla libertà e alla vita, se questi diritti vengono violati è giusto ricordare tutti i poveri individui perseguitati da ideologie e mentalità sbagliate che hanno tolto loro la dignità in modo da evitare la ricomparsa di questi eventi tragicamente atroci”.

“L'esperienza a Trieste è stata molto interessante – hanno detto Carola, Sara, Valérie dell'Istituto Tecnico per il Turismo - e ci ha regalato molte emozioni specialmente la visita alla Risiera di San Sabba che ci ha provocato momenti d'angoscia come quando siamo passati tra i due muri di cemento dell'entrata. Abbiamo anche provato tanta tristezza nel ricordare le tragedie che si sono svolte lì. Il sacrario, invece, è stato molto coinvolgente sia per la sua grandezza sia per le emozioni che suscita pensare che tutti i nomi che si leggono sono in realtà persone cadute durante la guerra”.

com - aostacronaca.it

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore