Ricostruire la memoria delle forme in cui si concretizzarono in Valle d’Aosta la solidarietà e la sussidiarietà non è “venerare le ceneri”, cioè idealizzare un passato ormai morto, ma uno spunto di riflessione per il nostro presente. E’ questo lo spirito con cui la Fondazione comunitaria della Valle d’Aosta ha realizzato assieme all’AVAS– Association Valdôtaine Archives Sonores il volume “Solidarité et subsidiarité en Vallée d’Aoste”, presentato al pubblico dal presidente della Regione Augusto Rollandin, dal presidente della Fondazione comunitaria Luigino Vallet e dal presidente dell’AVAS Albino Impérial.
«Questo libro – ha detto Augusto Rollandin – si propone di raccogliere le testimonianze dello spirito comunitario che ha caratterizzato i valdostani nel passato e che li caratterizza ancora ai giorni nostri, come dimostra la loro forte partecipazioni alle associazioni ed alle iniziative di volontariato.» «Lo spirito comunitario – ha ribadito Luigino Vallet – è entrato nel Dna dei valdostani, ne è esempio la grande mobilitazione, soprattutto nei villaggi in occasione dell’alluvione del 2000.» Albino Impérial ha ricordato l’obiettivo che l’AVAS si è posto per questo lavoro: «Cercare nella memoria per mettere in evidenza i valori sociali che hanno permesso alle nostre popolazioni di sopravvivere in un ambiente così difficile come quello montano sviluppando una civiltà del soccorso utile non solo sul piano economico ma anche su quello dei rapporti interpersonali.»
Il punto di partenza della ricerca è rappresentato dalla nascita, in epoca medioevale, dei “ru” che hanno permesso lo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento su terreni aridi e poco produttivi. E’ sempre nel Medio Evo che nascono le consorterie le quali hanno permesso un uso collettivo di foreste e pascoli che ha garantito nel contempo lo sviluppo delle popolazioni e la conservazione di risorse essenziali. Le scuole di villaggio, sorte nel XVII secolo, hanno fatto sì che in Valle d’Aosta, così come nei vicini cantone Vaud e Piemonte, all’inizio del XIX secolo l’analfabetismo fosse quasi completamente scomparso.
Per questa forma di istruzione grande importanza ha avuto la Chiesa, così come nella nascita delle casse rurali, che hanno avuto un ruolo fondamentale nella lotta contro l’usura in una economia povera di denaro liquido come è sempre stata quella valdostana. Più vicina a noi è la nascita, alla fine del XIX secolo, delle latterie turnarie, concepite per razionalizzare la produzione casearia. Il volume si chiude rievocando le figure dei filantropi valdostani, da Jean-Boniface Festaz, César Grappein, Laurent Cerise a Federico Selve e Gaetano Gervasone. Il libro non è in vendita ma lo si può avere con un’offerta libera rivolgendosi alla sede della Fondazione comunitaria in via San Giocondo 16 ad Aosta, telefono 0165 231274.