“L’Azienda Usl della Valle d’Aosta, preso atto delle segnalazione pervenute ad alcuni organi di stampa in merito alla qualità del servizio di ristorazione ospedaliera conferma di avere effettuato le necessarie verifiche sui casi segnalati e conferma la disponibilità ad interloquire con le utenti che hanno proceduto ad effettuare la segnalazione”. Inizia così un comunicato dell’Usl sul servizio di mensa.
“Ribadendo che la ristorazione di natura ospedaliera deve comunque e fondamentalmente tenere conto anche di necessità dietetiche strettamente correlate alla terapia al fine di un rapido recupero di un ottimale stato di salute” L’usl assicura di aver “provveduto ad effettuare nel mese di aprile una prima analisi sul gradimento del servizio da cui sono emersi dati positivi. Tali risultati sono stati portati all’esame della Commissione mensa aziendale con cui si è condivisa comunque la necessità di effettuare una seconda indagine in tal senso, nel mese di luglio, prima di diffonderne gli esiti a tutta la cittadinanza e alle associazioni di consumatori a vario titolo coinvolte”.
C’è da chiedersi se servivano le segnalazioni degli utenti per verificare il servizio di Vivenda che a questo punto pare segnare limiti preoccupanti alla luce anche dei pasti serviti in altre mense e alla luce degli accertamenti del Nas. Proprio per quanto riguarda invece l’esito della recente ispezione da parte dei Carabinieri del Nas nei locali dell’ospedale Beauregard e la relativa contestazione, l’Azienda “si ritiene del tutto estranea in quanto il materiale sequestrato era conservato in un deposito dato in comodato d’uso alla ditta Vivenda, società che gestisce attualmente il servizio mensa ospedaliero”. Ma anche in questo caso: nessuno controlla ciò che avviene nelle strutture pubbliche?