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ATTUALITÀ | 17 giugno 2025, 14:41

“Non siamo complici”: EMERGENCY e 250mila cittadini chiedono lo stop alla cooperazione militare con Israele

L’organizzazione umanitaria scende in piazza il 21 giugno con oltre 300 realtà della società civile e ribadisce la richiesta al governo italiano: sospendere subito ogni collaborazione militare con Israele e agire per il cessate il fuoco. “Chi continua a vendere armi non può parlare di pace”

“Non siamo complici”: EMERGENCY e 250mila cittadini chiedono lo stop alla cooperazione militare con Israele

“Ogni giorno a Gaza non c’è certezza di nutrirsi, dissetarsi, lavarsi. Ogni aspetto della vita quotidiana è stato distrutto e stravolto. Per la popolazione civile, donne e bambini compresi, l’unico obiettivo è restare vivi.”

È questo l’allarme lanciato da EMERGENCY, che torna a chiedere con forza la revoca immediata della cooperazione militare tra Italia e Israele. Lo fa insieme a 250mila cittadini, firmatari dell’appello “ORA!”, e con oltre 300 organizzazioni che parteciperanno alla manifestazione nazionale di sabato 21 giugno a Roma, contro guerra, riarmo, genocidio e autoritarismo.

“Lo dicono gli operatori umanitari, gli unici testimoni internazionali rimasti nella Striscia. Lo dicono anche i familiari dei bambini feriti accolti nei giorni scorsi in Italia. Lo stesso governo italiano che li ha accolti oggi continua però a non dare risposte chiare sulla sospensione dell’accordo militare con Israele”, denuncia EMERGENCY.

L’appello “ORA!”, firmato da giuristi, intellettuali e cittadini, chiede lo stop immediato alla cooperazione militare con Israele, definita “un passo necessario per non essere considerati complici delle azioni dell’esercito israeliano”.

“Il governo italiano può sospendere la cooperazione militare con Israele in qualsiasi momento”, ricordano i giuristi.
“Continuare a collaborare militarmente, mentre è ancora in corso la verifica della Corte Internazionale di Giustizia sulla violazione della Convenzione contro il genocidio, significa agevolare di fatto l’azione militare israeliana”.

EMERGENCY chiede quindi:

la revoca del memorandum d’intesa sulla cooperazione militare;

il blocco immediato di qualsiasi vendita o acquisto di armi e sistemi militari;

pressioni esplicite sul governo israeliano per garantire l’ingresso degli aiuti umanitari e la loro distribuzione ai civili;

un’azione diplomatica seria per il cessate il fuoco e il rispetto del diritto internazionale umanitario;

la sospensione del trattato di associazione tra UE e Israele, già chiesta da 17 Paesi europei.

“Non si può parlare di pace mentre si fanno affari con chi bombarda i civili. Chi continua a vendere armi, collabora alla guerra”, attacca EMERGENCY.

La mobilitazione del 21 giugno a Roma sarà un momento di denuncia collettiva e unitaria. Oltre 300 realtà sociali, sindacali, politiche e culturali si ritroveranno per dire no alla guerra, al riarmo, al genocidio e agli autoritarismi.

“Chiediamo che il nostro Paese torni a schierarsi dalla parte dei diritti umani, della legalità internazionale e della giustizia”, è l’appello finale di EMERGENCY.

pi/red

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